Intervista. Vincenzo Musacchio: «La strada maestra per la pace è la neutralità dell'Ucraina».
Il giurista italiano: le sanzioni economiche sono giustificabili, ma colpiscono soprattutto i più poveri e i più deboli. Unione europea inesistente. Stati Uniti e Nato troppo interdipendenti.
La prima domanda è d’obbligo. Come si esce da questa guerra?
Con la neutralità dell’Ucraina e cioè con una Svizzera nell’Est Europa. Ci si sarebbe dovuto arrivare con la diplomazia e non con una guerra. Ora occorre un accordo in merito, tra i contendenti in campo, gli Stati Uniti e la Nato. Ogni altra proposta diversa porta alla guerra. Questa neutralità non significherebbe per nulla resa per l’Ucraina, ma sicuramente meno spargimento di sangue per entrambe la parti in guerra. Pensarla in questo modo spero non voglia dire essere filo putiniani. Va evitato in ogni modo che la strage di civili inermi e innocenti continui.
Le sanzioni economiche sono utili?
Sono giustificabili, ma non le ritengo utili. Colpiscono soprattutto il popolo. Sono aggirabili e impiegano molto tempo per incidere realmente a fondo. Questo è il motivo per cui va trovata, subito, la soluzione diplomatica.
L’Unione europea che era nata per la pace adesso vuole diventare una potenza militare?
L’Unione europea è nata per prevenire i conflitti e garantire la pace tra i popoli. Spedendo armi all’Ucraina, perde il senso di una comunità civile che era nata per la pace e per far crescere la prosperità in Europa. Naturalmente questo è soltanto il mio pensiero. Per diventare una potenza militare, invece, occorrerebbe un esercito, per cui, in questo momento, questa possibilità non esiste poiché non c’è un Parlamento sovrano.
È legittimo rifornire di armi l’Ucraina?
Io penso che questa scelta aumenti soltanto il numero delle vittime, considerata la preponderante superiorità militare della Russia. Poi mi chiedo armiamo allo stesso modo e con lo stesso fervore i palestinesi, i siriani, i birmani, gli etiopi, gli abitanti dello Yemen o i tanti altri popoli in guerra che sono resistenti come gli ucraini?
Putin è o no un aggressore?
Certo che lo è. Le sembra stia negando questo? C’è anche una Corte Penale Internazionale che sta indagando se stia commettendo crimini di guerra. Io però non penso a lui ma alle incessanti stragi di decine di migliaia di civili innocenti. In quasi tutte le guerre oltre i 2/3 delle vittime sono civili che non sono d’accordo con la guerra ma la subiscono perché chi li governa ha così deciso.
In questo contesto, secondo lei, l’Unione europea ha commesso errori?
Assolutamente sì e non pochi. Il più grande errore dell’Europa è stato quello di delegare agli Stati Uniti e alla Nato la propria difesa. Mi si torna al discorso di prima. L’Unione europea dovrebbe avere un proprio esercito e per averlo dovrebbe essere uno Stato sovrano o una Federazione con un potere legislativo vincolante per gli Stati membri. Occorrerebbe rivedere tutto il progetto dell’Unione europea (penso agli Stati Uniti d’Europa) e credo che questo non sia in agenda almeno per ora.
Il ruolo degli Stati Uniti in questa guerra?
Quello dello spettatore. Tutte le amministrazioni, da Clinton, George W. Bush e Obama in poi, hanno violato l’accordo tra gli Usa e Gorbaciov (l'ultimo presidente dell'ex Unione Sovietica) secondo cui l’Unione delle Repubbliche Socialiste e Sovietiche avrebbe dato l’autonomia ai Paesi dell’Europa orientale, ma la Nato non si sarebbe mai potuto allargare verso Est. Dietro il mancato rispetto di tali accordi si cela anche la scintilla del nuovo innesco di questa guerra.
Cosa ne pensa del pensiero del Papa sul riarmo e sull’aumento delle spese militari?
Che ha totalmente ragione. La spesa per le armi è uno scandalo, non è una scelta neutrale, è una scelta di guerra. Concordo con Papa Francesco anche quando afferma che sia una pazzia l'aumento della spesa per le armi al 2% del Pil. Con lui, mi sono vergognato anch’io. Concordo ancor di più con lui quando dice che sia ormai evidente che la buona politica non può venire dalla cultura del potere inteso come dominio e sopraffazione, ma solo da una cultura della tutela della persona e della sua dignità. In questa guerra purtroppo sta accadendo il contrario. Aveva ragione anche un altro grande Papa (Giovanni Paolo II - Karol Wojtyla): “Come al tempo delle lance e delle spade, così anche oggi, nell'era dei missili, a uccidere, prima delle armi, è il cuore dell'uomo”. In questo preciso momento storico credo che il cuore dell’uomo purtroppo sia con le armi e la guerra e non con la pace.
Vincenzo Musacchio, criminologo, giurista e associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). Ricercatore dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Nella sua carriera è stato allievo di Giuliano Vassalli, amico e collaboratore di Antonino Caponnetto, magistrato italiano conosciuto per aver guidato il Pool antimafia con Falcone e Borsellino nella seconda metà degli anni ’80. È oggi uno dei più accreditati studiosi delle nuove mafie transnazionali, un autorevole studioso a livello internazionale di strategie di lotta al crimine organizzato. Autore di numerosi saggi e di una monografia pubblicata in cinquantaquattro Stati scritta con Franco Roberti dal titolo “La lotta alle nuove mafie combattuta a livello transnazionale”. È considerato il maggior esperto di mafia albanese e i suoi lavori di approfondimento in materia sono stati utilizzati anche da commissioni legislative a livello europeo.