Mentre il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte si appellava all'Eurogruppo ricordando ai ministri delle Finanze dell'Ue che la sfida cruciale è quella di tradurre in realtà il segnale politico sul "Recovery Fund" prima che sia troppo tardi per le economie e per la società del nostro continente, ottenendo però che i ministri dei Paesi membri abbiano trovato un accordo sul "Mes light", in Italia i due Mattei continuavano ad arrabattarsi per trovare il modo di farlo cadere. 


Il neoguelfo Matteo Renzi ha dato il solito ultimatum a Conte nella sua ultima "enews": 

«Bisogna smetterla con i DPCM! Il Governo può dirmi se usare o no la mascherina o se evitare gli assembramenti. Ma se vengono "consentiti" gli incontri non è un DPCM che può dire "il prozio sì, l’amico no". Perché ne va delle libertà costituzionali: lo Stato può decidere come io possa incontrare altre persone, ma non certo chi incontrare. E, soprattutto, non voglio che si insista con questo metodo: la maggioranza fa un decreto legge che consente i DPCM. Il DPCM impatta sulle libertà personali. Molti dicono: "Mi fido di Conte". Mi fa piacere, ma - se creiamo un precedente - un domani, con questa stessa metodologia, se diventassero premier Salvini o Meloni potrebbero fare la stessa cosa. Sicuri che questa sia la strada giusta?» (Detto da uno che quando era presidente del Consiglio faceva votare al Parlamento - dove non ha quasi mai messo piede - ciò che lui aveva deciso a Palazzo Chigi fa alquanto sorridere!)


E così il neofascista (o se si preferisce sovranista o primatista) Matteo Salvini intervistato da Radio Radio in relazione alle dichiarazioni di Renzi ha detto: «Io non guardo al colore politico. Dico che è troppo comodo dire che il governo non va e restare al governo. Esci dal governo. Sii coerente e conseguente e tutti fanno la loro parte» (qualunque cosa voglia significare, ndr).


Il problema per entrambi i Mattei, però, è che in base al sondaggio odierno di Agenzia Dire e Istituto Tecnè, la fiducia nel governo Conte da parte degli italiani continua a salire, tanto che dal 26,4% di metà febbraio è passata al 31,1%.

"Ad aprile l’andamento del bilancio familiare degli italiani è stato per la maggior parte delle persone in equilibrio tra entrate ed uscite. Il 44% delle persone contattate ha raccontato di un bilancio in equilibrio, mentre il 26% dice di aver usato i risparmi, indebitandosi, tagliando alcune spese tranne quelle alimentari. Più soddisfatto un altro 19% che ha risparmiato qualcosa, a fronte però di un 9% che ha tagliato tutto, anche le spese alimentari. Solo il 2% dichiara invece di aver risparmiato abbastanza".

Così, nelle preferenze di voto la Lega cala, in 7 giorni, del -0,6% scendendo al 26,6%, mentre il Pd è stabile al 21% e i 5 Stelle in salita al 15%. Andamenti stabili, invece, per le altre forze di estrema destra FDI e FI, così come per il partito su misura di Matteo Renzi, Italia Viva, dato al 3,5%, comunque in calo di un decimale rispetto alla scorsa settimana... poca cosa per un partito normale, significativa invece per un partitino come quello renziano.


Insomma, nonostante il frenetico agitarsi dei due Mattei nel riprendere l'attività sospesa ad inizio marzo, nonostante i non pochi errori commessi, il Governo Conte sembra avere ancora fiato per poter continuare sulla propria strada.