Dato che i migranti dall'Africa oramai sono stati respinti e le Ong non sono più un problema, per Salvini non è più necessario elencare sul suo profilo Facebook fatti di cronaca che riguardino, in negativo, degli africani. Per i suoi amici su Facebook, adesso i neri non sono più indicati da Salvini come un problema.

Ma un nemico ci deve essere... sempre, altrimenti come farebbe il ministro dell'Interno e vice premier ad auto promuoversi? Oltre a Saviano, al Pd e a Famiglia Cristiana (new entry), la nuova emergenza sono i rom. E quella sarà all'ordine del giorno finché non saranno approvate le modifiche alle norme che attualmente regolano la legittima difesa.

Perché questo incipit? Per dimostrare che la sicurezza di Salvini, come è già accaduto per la bambina rom ferita alla schiena da un piombino sparato da una pistola ad aria compressa, è a senso unico. Lui, di certi episodi non parla mai.

A Corsico, a pochi chilometri da Milano, una settimana fa è stato ucciso Assane Diallo, 57 anni senegalese. Il Corriere, un paio di giorni fa ci ha fatto sapere che ad ammazzarlo con 12 colpi di pistola è stato un italiano che si chiama Fabrizio Butà, 47 anni. È stata arrestata anche la fidanzata dell’uomo, accusata di favoreggiamento.

"Il killer ha confessato di aver sparato, dopo una lite con la vittima per futili motivi: «Mi ha fischiato, come se fossi un cane, e mi ha chiesto 5 euro»."

Nonostante le dichiarazioni dell'assassino e i numerosi colpi di pistola esplosi, per l'omicidio è stato escluso il movente razziale.

Visto che Salvini sul suo profilo Facebook pubblica come se fossero stati fatti epocali un nero che per strada spenna un piccione e dei neri che non pagano il biglietto del tram, perché non si scandalizza anche del fatto che un nero è stato assassinato da un italiano, vicino alla sua Milano, con 12 colpi di pistola?

Come ho già avuto modo di scrivere, se Salvini si indigna nei confronti di chi lo definisce un razzista, è naturale che, non essendolo (secondo quanto dice lui), ci fornisca anche una spiegazione del perché certe notizie lui non le pubblichi e non le diffonda alla platea dei suoi "amici".