Quelli che "non contano"
Ebbene sì, a detta di Bettini, il grande stratega della sinistra “che fu”, il partito dei “quelli che non contano” svetta al 50%: una carriera così strepitosa, senza aver subito alcuna manipolazione, non la può vantare neanche la DC al suo massimo splendore grazie alla “manona” del voto cattolico.
Da buone “sabbie mobili” il PD sta fagocitando il nuovo Movimento in difficoltà per la crisi interna e mancanza di una base solida che lo sostenga, anzi l’errore commesso da Grillo & C. è stato proprio chiudere i contatti con l’elettorato mentre Conte è stato l’elemento trainante dei due governi durante i quali sono emerse le sue doti naturali di premier, capace e onesto, aspetto poco gradito dai partiti che lo hanno osteggiato incessantemente.
A Roma, aver posto Gualtieri in contrapposizione della Raggi è stato un ulteriore segnale infausto e il ringraziamento pubblico del candidato del PD a Renzi per il suo aiuto durante la sua campagna elettorale è la dimostrazione palese della “politica” delle alleanze reali strette nelle “botteghe oscure” del PD.
L’ex premier Conte (l’unico che è uscito dalla porta principale di palazzo Chigi a testa alta e tra gli applausi della gente) ha un’impresa difficile da realizzare quella di costruire una sana relazione con una nutrita base indignata e profondamente delusa dai "comitati d’affari "che si sono alternati alla guida del Paese, con la quale può costruire un’alternativa ad un sistema che ha fatto il suo tempo.
Queste elezioni hanno dimostrato ai cittadini che il termine “politica” è ormai ridotto a pura espressione linguistica infatti ha perduto di senso e dignità, le campagne elettorali sono “chiacchiere” di comari perché è nei salotti di quelli che contano che i candidati dei partiti aprono le trattative e concludono accordi che escludono l’elemento più importante: gli interessi della collettività.
Conte si è assunto un impegno gravoso quello di volersi collegare con una base giustamente diffidente nella quale selezionare soggetti idonei per onestà e capacità naturali per promuovere un rinnovamento della classe politica e iniziare a costruire un serio e realistico programma di governo da realizzare nel prossimo avvenire. Di conseguenza significa turbare gli equilibri e gli interessi stabiliti dalla partitocrazia che hanno infartuato il processo di democratizzazione del Paese e per questo che è stato attaccato a testa bassa da tutto il “sistema” e quando ha chiesto aiuto a Draghi quest’ultimo glielo ha rifiutato perché “stanco”.
Conte sarà sempre un uomo solo e potenzialmente vulnerabile se non riuscirà a relazionarsi con la parte “buona e onesta” del Paese; ci sono tante persone in gamba lasciate in disparte o peggio osteggiate dal sistema e queste vanno cercate, trovate e valorizzate. Conte dovrà essere il riferimento per una nuova classe politica che dovrà sostituire la partitocrazia. Questa è l’unica alternativa alla destra, al PD e ai vari gruppetti interessati a mantenere le poltrone in Parlamento: l’era dei partiti va superata, occorre riportare i cittadini a partecipare alla vita civile del Paese in piena libertà.
Le principali testate giornalistiche stanno facendo un bilancio poco realistico della situazione politica perché ormai si considerano “bocche della verità”, costoro non scrivono articoli ma autentici vaticini finalizzati a guidare l’opinione pubblica verso un’interpretazione “illuminata” della politica e dei suoi nobili intenti omettendo che siamo ormai in bancarotta e screditati.
Questo atteggiamento così generalizzato delle principali testate nazionali denuncia mancanza di realismo e un insano, esclusivo interesse per l’elemento economico/finanziario del Paese che esclude il quotidiano di una collettività relegato a quattro righe in cronaca.
Fermo restando che le imboscate di Grillo & C. sono sempre dietro l’angolo, sarà proprio una partecipazione attiva nei gruppi di lavoro e di studio di onesti e volonterosi cittadini a disattivare queste vigliaccate; nel M5S prima delle elezioni del 2018 molti giovani si sono infiltrati e hanno usufruito dei pacchetti voto dei dinosauri della politica locale per farsi eleggere garantendo la continuità e impedendo un processo di rinnovamento, questo è stato sempre uno dei punti deboli del Movimento. Il M5S ha perduto il voto degli opportunisti che hanno garantito la continuità del “vecchio” nelle amministrazioni locali e il voto di protesta del PD, questo ridimensionamento era necessario per capire esattamente la reale consistenza del movimento; sono cadute molte maschere compresa quella di Grillo e di Casaleggio che devono capire che guidare un Paese in dissesto non è uno show di due ore durante il quale si ride ma una cosa estremamente seria. Grillo ha la grave responsabilità di aver mandato allo sbaraglio dei giovani che oggi si ritrovano allo sbando grazie alle sue sparate da santone.
Facendo una valutazione realistica delle ultime elezioni amministrative emerge un dato oggettivo: tutti i partiti hanno perso voti ma il PD esulta per un Sala che è riuscito a mantenere la poltrona di Milano ma si vede che da parte degli elettori è stata una scelta obbligata, opportunistica non certo convinta. Tutti i partiti tradizionali hanno lottato per il potere e non per l’interesse del Paese. Letta dopo la sua vittoria si rivolge a Draghi giurando eterna fedeltà alla causa della salvezza della patria e ringrazia Renzi per averlo sostenuto per la conquista della poltrona di Siena; Calenda vuole la testa dei 5S a causa del suo complesso del “nobile mancato”; a Bologna la “sardina” che è stata messa in lista per puro opportunismo si lamenta di come è stato tenuto al margine dal gotha; a Napoli il PD trionfa per suo merito.
Le principali testate giornalistiche non hanno considerato che il maggior partito italiano che raccoglie il 50% dell’elettorato è quello degli astensionisti che non sono per nulla disattenti a quello che sta succedendo, che è pronto a rimettersi in gioco presentandosi le giuste condizioni. Questi elettori non si sono fatti influenzare da alcuna campagna mediatica né dalle balle che andavano raccontando i candidati, a sentirli questi hanno imitato Forlani che parlava per ore senza dire nulla. Questo è un vero elettorato su cui tentare di ricostruire un Paese distrutto dalla mediocrità e dall’opportunismo.
Un altro argomento solo sfiorato dalla stampa nazionale per dovere di cronaca è stato il numero delle schede bianche e delle schede nulle che rappresentano anch’esse una forma di astensionismo.
Quando accettò l’incarico di premier Conte fece due affermazioni importantissime: sarebbe stato l’avvocato degli italiani e che per riformare il Paese avrebbe seguito il modello di Adriano Olivetti, questi sono due scogli insormontabili per i partiti ma potrebbe costituire la porta aperta per accedere a quella parte di elettorato, molto consistente, che conta realmente su un processo di rinnovamento del Paese.