Il Giudice dell'Udienza Preliminare di Roma, questo giovedì, ha rinviato a giudizio cinque persone in relazione all'inchiesta Consip, il cui caso scoppiò a fine 2016.
Questi i loro nomi: Carlo Russo (amico di famiglia di Tiziano Renzi) per millantato credito, il generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia, l'ex comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette per rivelazione del segreto di ufficio, Filippo Vannoni ex presidente di Publiacqua per favoreggiamento e l'ex ministro Luca Lotti per favoreggiamento.
Il processo, che inizierà il prossimo 15 gennaio, è relativo all'indagine sulla fuga di notizie in relazione all'inchiesta avviata dai pm di Napoli sul maxiappalto Consip.
Così oggi Lotti commenta su Facebook la decisione del giudice:
La mattina del 23 dicembre 2016 ho letto la prima pagina del Fatto Quotidiano: il titolo d’apertura era “Indagato Lotti”. È così che ho scoperto di essere indagato, leggendo un giornale. Non ho mai ricevuto l’avviso di garanzia, perché chiesi immediatamente di essere ascoltato dagli inquirenti.Da quella mattina sono passati oltre mille giorni: 1014 per l’esattezza. In questo lungo periodo il mio nome legato all'inchiesta Consip è stato tirato in ballo in oltre 2600 articoli sui giornali italiani (cui vanno aggiunti migliaia di lanci d’agenzie di stampa e un numero incalcolabile di servizi televisivi).Sempre nello stesso periodo io ho rilasciato solo tre dichiarazioni, per confermare la mia innocenza e la mia fiducia nella giustizia: da un punto di vista della comunicazione è come tentare di fermare uno tsunami con l’ombrello. Ma da parte mia, sia chiaro, non c’è rabbia o rancore per nessuno, neanche verso chi si è divertito a sbattere “il mostro in prima pagina” senza assumersi nessuna responsabilità.Oggi, 3 ottobre 2019, il Giudice per le udienze preliminari ha deciso che dovrà esserci un processo per accertare definitivamente la verità dei fatti. Il reato di cui devo rispondere è favoreggiamento di un “non indagato”. Come ho fatto finora, affronterò tutto questo a testa alta. Ero e resto convinto che i processi si fanno nelle aule dei Tribunali e non sui giornali. Dimostrerò in quelle sedi la mia innocenza.
Sicuramente, Lotti è innocente finché una sentenza definitiva non dichiarerà il contrario. Però, già tre anni fa le perplessità suscitate dalle "sue" dichiarazioni riguardo al caso per cui oggi è stato rinviato a giudizio erano più che evidenti.
Per semplicità riporto ciò che scrissi al tempo.
"Dopo settimane di lavoro molto intenso tra referendum, crisi di governo e primi passi del nuovo impegno come ministro mi ero preso un giorno di ferie per la prima recita di Gherardo, mio figlio.Oggi però un giornale scrive che sarei indagato per rivelazioni di segreto d'ufficio in una inchiesta che vedrebbe indagato persino il Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. È una cosa che semplicemente non esiste. Inutile stare a fare dietrologie o polemiche.Sto comunque tornando a Roma per sapere se la notizia corrisponde al vero e, in tal caso, per chiedere di essere sentito oggi stesso. È una cosa che non esiste e non ho voglia di lasciarla sospesa.Noi non scappiamo dalle indagini: siamo a totale disposizione di ogni chiarimento da parte dell'autorità giudiziaria.La verità - del resto - è più forte di qualsiasi polemica mediatica e non vedo l'ora di dimostrarlo.Buon Natale a tutti.
Questa dichiarazione Luca Lotti l'ha pubblicata autonomamente sul proprio account facebook il 23 dicembre 2016, alle 9:51.Perché è importante sottolinearne la data? Per quanto ha pubblicato, senza essere smentito, il Fatto Quotidiano un paio di giorni fa sull'inchiesta che vede indagato lo stesso Lotti. La stessa inchiesta di cui Lotti parla nel post.Alla fine, Lotti è riuscito a farsi sentire dai magistrati che prendono nota delle sue dichiarazioni spontanee. Questo non è avvenuto il 23 dicembre, ma subito dopo le feste, il 27.Lotti è coinvolto in una inchiesta sugli appalti Consip che, in base a quanto rilevato dai magistrati di Napoli, lo vede indagato per averne diffuso l'esistenza - dopo esserne venuto a conoscenza - ed aver avvertito i soggetti oggetto dell'indagine. A coinvolgere Lotti in questo pasticcio, la testimonianza di un suo vecchio amico, anche lui appartenente al cerchio renziano, Filippo Vannoni.Che cosa avrebbe detto Lotti il 27 dicembre ai magistrati di Napoli? Che la mattina del 21 dicembre mentre prendeva un treno che da Firenze lo avrebbe portato a Roma incontra casualmente Vannoni - era da tempo che i due non si vedevano, né si frequentavano [parole di Lotti, ndr.] - che gli comunica che sta andando a Napoli.Nel pomeriggio del 21 dicembre, mentre Lotti sta rientrando nel suo ufficio a Palazzo Chigi, incontra di nuovo Vannoni che gli vuole parlare. Nel colloquio, Vannoni gli comunica il motivo del suo viaggio a Napoli e le sue dichiarazioni ai magistrati. Vannoni dice a Lotti di aver mentito ai magistrati dicendo loro che su Consip era stato Luca Lotti ad informarlo dell'esistenza delle indagini... senza spiegare però il motivo di tale dichiarazione.Questa la reazione di Lotti così come riportata nel verbale: «Non ti do una testata per il rispetto del luogo nel quale siamo.»Il riassunto è quanto Lotti ha detto ai magistrati il giorno 27 dicembre. La perplessità che questa dichiarazione suscita è motivata da quanto Lotti aveva dichiarato il 23 dicembre dove dice di essere sorpreso e di non sapere di un'inchiesta di cui, dopo alcuni giorni, dice di essere già stato informato il 21 dicembre, due giorni prima!Inoltre, perché il 21 dicembre Lotti, dopo essere venuto a conoscenza di essere stato tirato in ballo - a suo dire ingiustamente - in un'inchiesta penale, non alza il telefono per denunciare alle autorità competenti di quanto era venuto a conoscenza dopo il colloquio con Filippo Vannoni?Un pasticcio incredibile che, dal punto di vista della logica, non può non essere definito inspiegabile.Perché una persona che ricopre un'importante e delicata carica istituzionale non denuncia immediatamente un fatto di cui viene a conoscenza che lo vede accusato senza motivo?E perché dopo due giorni afferma pubblicamente di cadere dalle nuvole per una possibile indagine a suo carico?
Oggi, pertanto, come fa Lotti a meravigliarsi se dei magistrati chiedono ad un giudice stabilire se quanto da lui sostenuto possa ritenersi credibile?