Dopo l'incontro (virtuale) di martedì 7 dicembre, Biden e Putin sono nuovamente tornati a parlarsi in una telefonata, richiesta da Mosca, che è durata poco meno di un'ora. Argomento principale della conversazione la questione legata all'Ucraina, ai cui confini (a sud e a est) sono ammassati più di 100mila soldati russi, secondo fonti di Kiev.

Per questo, americani e europei hanno minacciato nuove e pesanti sanzioni alla Russia in caso di invasine, con Putin che anche nel colloquio di ieri le ha definite un grave errore, tale da portare alla rottura delle relazioni diplomatiche con l'occidente.

Comunque, alla fine del colloquio telefonico Yuri Ushakov, consigliere del presidente russo, ha dichiarato:

"Siamo, in linea di principio, soddisfatti del contatto, dei negoziati, perché sono stati franchi, significativi, specifici. E potrei dire che nel complesso il focus di questa conversazione è stato abbastanza costruttivo. È importante che la parte americana abbia dimostrato il desiderio di comprendere la logica e l'essenza delle preoccupazioni russe, che sono state delineate nei due documenti che abbiamo consegnato a Washington e al quartier generale della Nato".

Documenti in cui, come anticipato pubblicamente e da tempo dallo stesso Putin, la Russia chiede un impegno scritto da parte della Nato sul fatto che l'Ucraina non aderirà all'alleanza atlantica e che in futuro forniture militari Nato non saranno mai installate negli Stati dell'ex Unione Sovietica. 

La portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha riassunto la telefonata dichiarando che "il presidente Biden ha ribadito che progressi sostanziali in questi dialoghi possono verificarsi solo in un ambiente di de-escalation ed ha chiarito che gli Stati Uniti e i suoi alleati e partner risponderanno in modo deciso se la Russia decidesse di  proseguire nell'invasione dell'Ucraina".

Funzionari statunitensi e russi si incontreranno a Ginevra il mese prossimo.