Questo venerdì, alla cancelleria della Corte costituzionale è stato depositato in mattinata il ricorso del capogruppo del Partito Democratico al Senato Andrea Marcucci che, insieme ad altri 36 senatori del suo gruppo, ha sollevato un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, in seguito all'iter di approvazione del disegno di legge relativo al bilancio di previsione per il 2019 e per il triennio 2019-2021.
Nel pomeriggio, il presidente della Corte costituzionale Giorgio Lattanzi, con un decreto, ha reso noto che l'ammissibilità del conflitto venga trattata nella Camera di Consiglio del prossimo 9 gennaio, nominando relatrice la vicepresidente della Corte, Marta Cartabia.
Per il Partito democratico, il ricorso alla Corte costituzionale è motivato in base all'art. 134 della Costituzione, perché quanto avvenuto al Senato avrebbe causato una palese violazione dell'art. 72 che, nel paragrafo finale - tra l'altro - recita: "La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera [intesa in senso generale, ndr.] è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale [138] ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa [76], di autorizzazione a ratificare trattati internazionali [80], di approvazione di bilanci e consuntivi [81]."
E nel tardo pomeriggio di venerdì, alla Camera si è ripetuto quanto già avvenuto al Senato. Dopo che il testo della "manovra del popolo" è passato in Commissione bilancio senza che potesse venire esaminato e discusso, ed è approdato alla Camera dove, anche in questo caso, il Governo ha posto la questione di fiducia, tra le proteste e l'indignazione dei parlamentari dell'opposizione che hanno ricordato, in particolar modo ai rappresentanti del Movimento 5 Stelle, che con quella odierna è l'ottava volta che viene posta la fiducia per l'approvazione di un provvedimento... più di una al mese.
In pratica, un vero e proprio record per un Governo in cui il maggior numero di parlamentari a sostegno è costituito da un movimento che la scorsa legislatura denunciava, gridando dentro e fuori dalle Aule, che la questione di fiducia era un mezzo che finiva per rendere inutile il ruolo del Parlamento... definendo ciò un modo di agire anticostituzionale, per il fatto che quella italiana è una Repubblica parlamentare e non presidenziale.
Ma una volta al Governo, i 5 Stelle si sono completamente dimenticati ciò che hanno detto fino a pochi mesi fa. Così, quello che una volta era quasi descritto come un colpo di Stato, adesso non sembra causare alcun problema, neppure il minimo imbarazzo, a Di Maio e compagni. Inoltre, rispetto al passato, questa volta i parlamentari voteranno pure una fiducia al buio, senza aver potuto leggere e neppure valutare i contenuti della legge di Bilancio.
Dopo, la conferenza dei capigruppo, le opposizioni hanno fatto valere il diritto di ritardare il voto di 24 ore, così le operazioni inizieranno nella serata di sabato e termineranno domenica mattina. La legge di Bilancio sarà così presentata al Colle per la firma praticamente in extremis, solo a poche ore dall'Esercizio provvisorio che si attiverebbe automaticamente se il bilancio di previsione non venisse approvato.