Il risultato indica che il vantaggio dei conservatori di Theresa May sui laburisti di Jeremy Corbyn è di 6 punti percentuali. Un vantaggio enorme, ma solo a prima vista.
Infatti, due settimane fa la differenza tra i due partiti era intorno al 18% solo due settimane fa ed era scesa al 9% nella settimana successiva. Considerando che manca poco più di una settimana al voto, se i prossimi sondaggi continueranno a mantenere lo stesso andamento, il risultato delle urne sarà un testa a testa.
E che per la May non sia una passeggiata sembra dimostrarlo anche il confronto televisivo (non faccia a faccia) che i due candidati hanno avuto su Sky, sottoponendosi alternativamente alle domande sul loro programma. Secondo molti commentatori, anche se sondaggi non sono ancora disponibili, a prevalere sarebbe stato Keremy Corbyn, risultato più efficace e pronto anche sulle domande che avrebbero potuto imbarazzarlo, in relazione alla regina (lui è un repubblicano convinto) e alla guerra (viste le sue dichiarazioni pacifiste).
Al contrario più titubante e incerta Theresa May in alcuni momenti. Questa elezione è stata anticipata proprio dalla May perché voleva cavalcare l'onda della Brexit e arrivare con un forte mandato elettorale al tavolo dei negoziati che dovranno decidere gli accordi che regoleranno in futuro i rapporti tra Gran Bretagna e resto dell'Europa.
Nel 2015, il suo predecessore David Cameron - che si è dimesso dalla politica dopo la Brexit, a differenza dei chiacchieroni nostrani che fanno sempre l'esatto contrario di ciò che dicono - aveva un margine di 12 seggi. Se la May non riuscirà a migliorare quel risultato, difficile capire se l'appoggio del Parlamento sui negoziati con l'UE potrà aiutarla nel mantenere o meno posizioni considertate più convenienti per la Gran Bretagna.