La Verità, secondo Belpietro, ha pubblicato un presunto scoop sull'affaire Metropol che, a suo dire, rileverebbe un complotto ai danni di Matteo Salvini.

Che cosa sostiene La Verità?

Ad aprile, la procura di Milano archivia l'inchiesta sui fondi russi alla Lega... non tanto perché il tentativo di finanziare in nero il partito di Salvini non fosse mai avvenuto, quanto perché quel tentativo abortì dopo che era stato rivelato in un'inchiesta de l'Espresso e la mancata collaborazione da parte dei russi alle indagini non consentiva ai magistrati inquirenti di provare giudizialmente i vari reati ad essa collegati.

Che cosa ha scoperto La Verità?

Che Gianluca Meranda, uno di coloro che sedevano al tavolo del Metropol, e Giovanni Tizian, uno dei due autori dell'articolo che hanno rivelato lo scandalo (l'altro è Stefano Vergine), erano già in contatto da tempo.

Lo dimostra una relazione della Guardia di Finanza del luglio 2020 in cui si afferma che sono emerse tracce di contatti telefonici e incontri tra uno degli indagati, per l'appunto Gianluca Meranda, e uno dei giornalisti Giovanni Tizian.

È stato Gianluca Meranda a fornire i dati della trattativa ai due giornalisti che hanno pubblicato la storia, a dir loro quando si sarebbe finalizzato il primo incontro e a fornir loro l'audio della riunione. Dopo la pubblicazione dell'inchiesta sono stati indagati Meranda, il banchiere Francesco Vannucci e il leghista Gianluca Savoini.

Ora, il fatto che una "gola profonda" abbia detto ai giornalisti quello che sarebbe accaduto, non è che riscrive l'accaduto. I due giornalisti non hanno mai fatto cenno della soffiata di Meranda, perché hanno semplicemente protetto la loro fonte. Quindi, dove sarebbe la macchinazione ai danni di Salvini denunciata da La Verità?

Non si capisce... anche perché il giornale di Belpietro non spiega che cosa stava facendo a quel tavolo Gianluca Savoini, il personaggio che ha da sempre collegato la Russia al partito di Matteo Salvini in qualsiasi tipo di trattativa, tanto da avere un ufficio ad hoc a lui riservato in via Bellerio.

Dopo il tentativo di riscrivere la storia da parte de La Verità, la Lega ha annunciato che presenterà un esposto in Procura denunciando una "macchinazione che ha corrotto la nostra democrazia e il dibattito pubblico", chiedendo pure l'intervento del Copasir, oltre a incomprensibili scuse dalla politica, dalla magistratura, dall'ordine dei giornalisti e dai commentatori che avrebbero diffamato Salvini e la Lega.

Questo gioco di prestigio nell'interpretazione dei fatti, sempre secondo La Verità, sarebbe stata una macchinazione, utile all'ex direttore dell'Espresso Marco Damilano per essere promosso in Rai dalla sinistra, costruita ad hoc per colpire la Lega e il suo leader (all'epoca vicepremier e ministro degli Interni) poco prima delle ultime elezioni europee.

Quella del giornale di Belpietro è una reinterpretazione dei fatti che gli altri giornali megafoni del (post) fascismo hanno sposato in toto, nel tentativo di innescare una campagna mediatica di cui non si comprendono le finalità, a parte quella di voler screditare la stampa "nemica".

C'è però un'ipotesi che si potrebbe avanzare, relativa proprio alle elezioni Europee, non le precedenti, bensì quelle che si terranno il prossimo anno. I (post) fascisti europei di cui Meloni è stata portavoce, ECR, stanno facendo la corte al PPE per concordare un'allenza con la finalità di dar vita ad una maggioranza che sposti a destra gli equilibri del prossimo parlamento europeo. Probabilmente, si cerca di ripulire l'immagine di Salvini e della Lega, da sempre legati alla Russia di Putin, per includere anche quel partito (o il gruppo a cui appartiene in Europa) nella nuova maggioranza che si vuol far nascere (anche per non destabilizzare gli equilibri nell'alleanza politica in Italia). 

In pratica, una ulteriore iattura oltre che un enorme paradosso, visto che l'Ue è nata per combattere i principi che i (post) fascisti stanno promuovendo in vari Paesi d'Europa... spacciandosi per conservatori!