In attesa che Matteo Renzi commenti il dato di marzo 2020 relativo a fatturato e ordinativi dell'industria con l'ormai classico "peggio del previsto", è opportuno ricordare che è difficile capire che cosa ci si potesse attendere di diverso a seguito della chiusura del Paese per la salvaguardia della salute pubblica.

Così il dato congiunturale del fatturato dell'industria è del -25,8%, rispetto a febbraio, con gli ordinativi che, rispetto allo scorso mese, fanno registrare un -26,5%.

La dinamica congiunturale del fatturato è molto più negativa per il mercato interno, per il quale si rileva una diminuzione del -27,9%, mentre il mercato estero registra un calo meno accentuato, pari al -21,9%.

Lo stesso vale per gli ordinativi, con una contrazione delle commesse provenienti dal mercato interno del -29,9%) più marcata rispetto a quella registrata dalle commesse provenienti dall'estero con -21,4%.

Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a marzo si rilevano flessioni degli indici destagionalizzati del fatturato ampie e diffuse a tutti i settori: -20,1% per i beni intermedi, -20,8% per i beni di consumo, -32,0% l'energia e, infine, 36,2% i beni strumentali.


Il dato trimestrale fa registrare un calo del -6,6% rispetto agli ultimi tre mesi del 2019, con gli ordinativi che arrivano al -9,5%.


Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 21 di marzo 2019), il fatturato totale cala in termini tendenziali, rispetto a marzo 2019, del -25,2%, con variazioni negative del -27,6% sul mercato interno e del -20,7% su quello estero.

L'industria farmaceutica è in controtendenza con una crescita tendenziale del +9,9%, mentre il settore dei mezzi di trasporto mostra il calo maggiore con un -45,7%.

Rispetto ad un anno fa, l'indice grezzo degli ordinativi diminuisce del - 26,6%, con una riduzione del -29,3% per quello interno e del -23,1% per quello estero). 

Anche in questo caso, l'unica variazione tendenziale positiva si registra nell'industria farmaceutica (+19,5%), mentre il peggior risultato si rileva nell'industria dei mezzi di trasporto (-55,4%).