Già in passato mi è capitato di scrivere e preoccuparmi della normalità dell'anormalità: un'evidenza che più passa il tempo, più diventa frequente, tanto da dover iniziare a considerare il fatto che adesso sia più corretto dover parlare dell'anormalità della normalità!

Prendiamo un fatto recente di casa nostra, il 25 aprile, festa della Liberazione... non una liberazione qualsiasi, ma la Liberazione dal nazifascismo. In quanto tale, la giornata del 25 aprile dovrebbe essere riconosciuta e celebrata da tutti. Non è così, perché ci sono ancora persone che riconoscono il fascismo, la dittatura fascista, come un valore e ci sono politici, che adesso addirittura governano l'Italia, che si rivolgono a quel mondo e non vogliono deluderlo, negando pertanto di essere antifascisti.

E allora che cosa accade? Che secondo alcuni gli antifascisti, nonostante il loro impegno, non debbano esser definiti fascisti e che non si può pretendere da loro che abiurino al "non antifascismo", pur continuando a governare l'Italia! Non solo, a sbagliare sono quei "fessi" che pretendono che in un Paese governato da una Costituzione nata dall'antifascismo, per negare tutto ciò che per il fascismo era un valore (dal razzismo alla negazione di qualsiasi diritto), vi siano a capo delle istituzioni persone che non vogliono definirsi antifasciste. 

Bisogna lasciarle fare e non chieder loro conto di tale aberrazione. È in errore chi pretende l'opposto. Perché? Questo non ci viene spiegato, ma così deve essere!

E come non descrivere tutto ciò come normalità dell'anormalità?

Ma non è finita qua. Basta uscire dai nostri confini, tenendo la testa bassa per evitare droni e missili, e troviamo di nuovo l'esaltazione della normalità dell'anormalità.

La Russia ha invaso l'Ucraina ed è normale applicare sanzioni durissime alla Russia (anche se non contribuiscono minimamente a danneggiarla e si ritorcono solo contro chi le ha emesse), ma non bisogna fare altrettanto contro Israele che non solo ha invaso Gaza, ma l'ha addirittura rasa al suolo, apprestandosi ad allargare il genocidio in atto iniziando a bombardare a tappeto anche Rafah

Eh, dirà il solito avveduto, ma in precedenza i "terroristi" palestinesi hanno ucciso (in tutti i modi possibili e immaginabili, ogni giorno con atrocità nuove e ancor più terribili rispetto a quelle già descritte il giorno precedente) 1.200 ebrei in quanto tali. E questo li giustificherebbe a trucidare 40mila palestinesi? Senza tener conto che i poveri israeliani negli anni precedenti avevano ucciso 6.500 palestinesi... ma in quel caso, per la comunità internazionale non era un problema... era normale e dovuto!

Il solito avveduto dirà che i palestinesi sono terroristi, ma non spiegherà perché non lo siano gli ebrei, che per primi hanno portato il terrorismo in Palestina, fino a nominare premier due noti terroristi (Begin e Shamir) e i mandanti di un terrorista (Sharon e Netanyahu)... senza tener conto del terrorismo praticato dall'esercito e dai coloni nei Territori Occupati (senza tener conto di Gaza).

Nonostante tutto ciò, qualcuno ritiene dovuto applicare sanzioni ad Israele? No. Perché? Non si sa. 

E se nelle università (soprattutto americane) si manifesta contro queste palesi anormalità, ecco allora che anche chi manifesta sbaglia perché facendolo diventa automaticamente antisemita, perché pretendere giustizia per i palestinesi è antisemitismo, secondo la normalità dell'anormalità che oggi sta prendendo il sopravvento.

Va bene considerare la normalità un concetto fluido e culturalmente relativo. Ciò che è considerato normale in una cultura potrebbe essere considerato anormale in un'altra. Ad esempio, le norme sociali riguardanti la religione, la sessualità, l'abbigliamento o la comunicazione possono variare di molto da una società all'altra. Però, ci sono anche concetti come verità, giustizia, diritti... che fluidi non sono, a meno di non scadere in una vigliacca e conveniente ipocrisia a supporto di biechi interessi.

Quindi, se qualcuno avrà l'opportunità di trovarsi di fronte ad un maître à penser che gli dica che non si possa pretendere dagli altri l'abiura al fascismo o neghi il genocidio a Gaza, non esiti un istante e lo mandi a quel paese... non una, ma mille volte. E non dimentichi neppure di dargli dell'ipocrita... così, almeno per un istante, avrà avuto la soddisfazione di un po' di normalità.