Esteri

"Ave, imperator, morituri te salutant"

Ieri assistendo alle conferenze stampa che si sono susseguite a seguito delle operazioni militari iniziate nelle prime ore del mattino dalla Russia in Ucraina mi ha colpito in maniera particolare il tono e i contenuti della dichiarazione del segretario generale della NATO Stoltenberg – norvegese – allineandosi alla politica estera americana abbaiava al mondo le sue minacce alla Russia, il grande nemico dell’Europa occidentale. Due sono i punti più inquietanti del discorso: il primo quello di definire la Russia una minaccia per l’Europa occidentale per questo era stato predisposto uno spiegamento navale nel Mediterraneo per proteggere gli interessi e la sicurezza degli stati membri (soprattutto gli interessi strategici degli Stati Uniti). La Russia non è stata mai una minaccia per gli stati europei occidentali casomai il contrario, è storia che fu Hitler ad invaderla (insieme agli italiani). Il secondo punto, quello che a mio avviso rivela la vera natura della NATO e della sua sopravvivenza anche dopo la caduta del muro di Berlino - che ha travolto la Russia e mandato in frantumi il blocco europeo orientale - è che rimane la coalizione militare più potente al mondo nella quale gli alleati sono una nullità al seguito degli Stati Uniti. Quello che ha omesso di dire è che la NATO rappresenta la longa manus militare dell’America in Europa e che l’attuale crisi che ha determinato l’attacco russo all’Ucraina è stato il risultato di una politica europea indegna e sleale che ha permesso agli americani una lenta espansione militare nell’Europa dell’est fino ad arrivare ai confini della Russia e di mettere “a guinzaglio” altri stati per curare e difendere i suoi esclusivi interessi.

La responsabilità gravissima dei vertici della UE sta nell’aver permesso una grave ingerenza straniera al suo interno e nei confronti di uno stato confinante e potente come la Russia infatti l'UE manca di un esercito proprio

Le dichiarazioni di Stoltenberg rappresentano il riflesso della politica estera americana che ha bisogno di nemici, la Russia e la Cina appunto e che pur di tutelare i suoi interessi non si fa scrupolo di agire a danno di chi intralcia gli interessi delle “corporations” utilizzando ogni mezzo e ricorrendo come risorsa estrema la CIA per il cosiddetto lavoro sporco all'estero (e non, vedi i Kennedy), un esempio per tutti: molti ordinamenti di paesi del Sud America sono stati sovvertiti da cruenti colpi di stato militari sotto la guida sapiente della CIA, sono stati eliminati migliaia di esseri umani per le loro idee e calpestato il  sacrosanto diritto di molti popoli a vivere in pace in casa loro e la libertà di autodeterminarsi. Stoltenberg lancia un messaggio ai futuri profughi ucraini, saranno accolti a braccia aperte e protetti e…  Visti i precedenti io non mi fiderei e, tra l’altro, questo dimostra che ci sono le “caste” anche tra i disgraziati della terra a causa delle guerre che gli occidentali gli importano in abbondanza: bisogna solo capitare nella guerra giusta.

La NATO è stato e rimane l’incubo della vita civile, politica ed economica italiana, oltre al nostro insignificante ruolo che rivestiamo al suo interno lo dimostra il fatto che Biden ha consultato i suoi alleati inglesi, francesi e tedeschi ignorando il nostro Paese; Di Maio e Draghi sono stati i degni rappresentanti di uno Stato “barzelletta” a pieno servizio dell’amministrazione americana.

Se si voleva garantire una pace duratura in Europa la NATO doveva essere sciolta alla fine della guerra fredda, la Russia non ha mai costituito una minaccia per gli stati occidentali sono gli Stati Uniti che hanno considerato e continueranno a considerare la Russia un nemico: dopo il secondo conflitto mondiale nessun stato europeo - vuoi occidentale che orientale, Russia compresa - vuole una guerra, chi non ha smesso mai di combattere è proprio l’America e non per motivi “umanitari” ma per puro profitto.

Diamo uno sguardo all’attuale assetto della NATO. Inizialmente gli stati-cuscinetto in caso di un conflitto nucleare erano:

Belgio (1949) - Canada (1949) - Danimarca (1949) - Francia (1949) - Islanda (1949) - Italia (1949) - Lussemburgo (1949) - Norvegia (1949) - Paesi Bassi (1949) - Portogallo (1949) - Regno Unito (1949) Stati Uniti (1949) - Grecia (1952) - Turchia (1952) - Germania (1955) - Spagna (1982).

Dopo la caduta del muro di Berlino, una grande occasione mancata per l’Europa occidentale che ha snobbato  Gorbaciov,  l’America ha dapprima destabilizzato la Russia al suo interno e successivamente ha incominciato ad annettersi gli stati del blocco orientale affiliandoli alla NATO arrivando fino ai confini del suo acerrimo nemico.  Alla barba della lealtà la “politica europea” ha sponsorizzato l’esatto contrario facendo entrare nel patto atlantico molti paesi dell'est:

Polonia (1999) - Repubblica Ceca (1999) - Ungheria (1999) - Bulgaria (2004) - Estonia (2004) -Lettonia (2004) - Lituania (2004) - Romania (2004) - Slovacchia (2004) - Slovenia (2004) - Albania (2009) - Croazia (2009) - Montenegro (2017) - Macedonia del Nord (2020).

Tutto è stato gestito male: questo nuovo assetto ha causato dei forti ed incontrollati flussi migratori, in particolare in Italia hanno determinato una destabilizzazione del mercato del lavoro attraverso il lavoro al nero degli immigrati, la conseguente evasione fiscale, le mancate contribuzioni; i cospicui spostamenti di liquidità nei paesi di origine assorbendo una buona percentuale di circolante inoltre hanno causando un indebolimento dei diritti dei lavoratori attraverso una concorrenza sleale  sponsorizzata dall'imprenditoria italiana senza scrupoli e un generale aumento dei prezzi delle locazioni e dei beni di consumo. Dall’altro lato questa entrata “apparentemente senza criterio” ha determinato lo shopping a quattro soldi delle parti pregiate di questi paesi in grave stato di arretratezza principalmente da parte di società francesi, inglesi e tedesche che si sono accaparrate le migliori proprietà immobiliari; ha permesso e continua a permettere lo sfruttamento del manufatturiero a buon mercato da parte delle imprese italiane approfittando dei diversi regimi legislativi e fiscali che permettono forti profitti a danno delle economie dei paesi occidentali.  

La politica estera americana impone il liberalismo che gli permette di indebolire i paesi di dimensioni modeste o in via di sviluppo ma ricche di risorse naturali predandoli e influenzandone pesantemente le scelte e le politiche economiche con gravi ripercussioni sulle economie interne e sulle popolazioni.   L’America non ha mai gradito che si realizzasse l’Unione Europea ma attraverso la NATO e una leadership politico-economica compiacente guidata dall’Inghilterra (ormai fuoriuscita) la Francia e la Germania ha sempre tenuto sotto controllo la situazione.

È la stessa forma di imperialismo imposto dall’antica Roma: aveva dei “fedeli alleati” che ubbidivano ai suoi ordini e sudditi ai quali imponeva le sue condizioni con una violenza e crudeltà inauditi: i francesi, i tedeschi e anche gli inglesi conoscono bene il sapore amaro dell’antica dominazione. La politica estera americana basata su continue aggressioni militari in nome di una falsa democrazia conta di fedeli alleati utili ai propri scopi (Inghilterra, Francia e Germania, Australia); servi tollerati, disprezzati e usati alla bisogna (tipo l’Italia) e nemici da abbattere (Russia, Cina, numerosi Paesi sudamericani) in questo gioco i paesi minori sono destinati a fare la fine dei vasi di coccio in mezzo a vasi di ferro.  Nelle condizioni poste per aderire all’organizzazione militare è chiaro l’intento infatti: Può diventare membro della NATO “qualsiasi altro Stato europeo in condizione di soddisfare i principi di questo trattato e di contribuire alla sicurezza dell'area nord-atlantica”. La NATO ha anche un cosiddetto Piano d’azione per l’adesione. Tale piano aiuta gli aspiranti membri a prepararsi all’adesione e a soddisfare i requisiti chiave fornendo loro consigli pratici e assistenza mirata. I Paesi che hanno aderito a questo patto non sanno che passano da un padrone all’altro e che l’America fa esclusivamente i propri interessi ed è pronta a sacrificare gli altri per salvare sé stessa: ostaggi eravamo prima e ostaggi lo siamo tutt’ora.

Questo clima generale ha determinato la reazione della Russia che vuole instaurare un governo contrario all’entrata dell’Ucraina nella NATO come era nei patti intercorsi dopo la caduta del muro di Berlino. Il clima di allarmismo lanciato dagli americani da settimane, le successive condanne per l’aggressione all’Ucraina, le sanzioni e tutti gli anatemi successivi non giustificano le gravi responsabilità della politica americana ed europea nei confronti della Russia.

Mirabile la figura del Cancelliere tedesco Olaf Scholz: prima viene a Roma in visita per dire al governo italiano che l’Europa si rifiuta di assumersi in solido i rischi per i prestiti comunitari per tamponare i danni della pandemia poi chiude il gasdotto che fornisce gas alla Germania come prima sanzione contro la Russia facendo un grande favore all’America e ad alcuni paesi dell’est, questi ultimi hanno perso i diritti di passaggio del gasdotto perché è stato realizzato facendolo passare nei fondali del Mar Baltico.

A questo punto è necessario parlare di uno degli aspetti che ha determinato la conflittualità attuale, la Russia è un forte produttore e venditore di idrocarburi, questa è la fonte primaria delle sue entrate e la Comunità Europea è un suo ottimo cliente per il gas proveniente dalla Siberia tramite il Nord Stream 1 in funzione da oltre 10 anni.

 Lo scorso anno è stato completato il Nord Stream 2, il gasdotto gemello del primo, è lungo 1200 km, l’impianto sottomarino parte dalla costa baltica russa e arriva nella Germania nord-orientale e viene distribuito nei vari paesi comunitari compresa l’Italia, ha una portata di 55 miliardi di mc. di gas all’anno ed ha un’importanza strategica per entrambe le parti, infatti all’attacco della Russia è seguita la chiusura del gasdotto, questa reciproca dipendenza dimostra che rappresenta un’arma geopolitica molto efficace ma questa situazione tocca gli interessi dell’Europa e della Russia e non degli Stati Uniti che ha sempre osteggiato i rapporti commerciali tra i paesi dell’UE e URSS. Questa rappresenta per gli USA un’ottima occasione per mettere in ginocchio economicamente l’Unione Sovietica, tale comportamento è molto pericoloso per l’Europa che di conseguenza verrà trascinata in una grave recessione.

Il Nord Stream 2 è gestito anche da compagnie francesi, tedesche, austriache e dall’anglo-olandese Shell, guarda che coincidenza: l’Italia è rimasta fuori dalla porta come al solito. La Germania arriverebbe a dipendere per il 70% dal gas siberiano è chiaro che tale situazione si rifletterebbe sulle scelte politiche oltre che economiche: la transizione ecologica della Germania dipende principalmente dalla fornitura di gas. Già gli esperti stanno elaborando le alternative per escludere il fornitore sovietico: questo è preoccupante perché dimostra che l’intervento militare in Ucraina ha aperto la strada a nuovi scenari geopolitici che forse erano programmati da tempo e che divergono dalle aspirazioni di libertà e di autodeterminazione di molti popoli. La pandemia e gli effetti deleteri di una guerra sul suolo europeo rappresentano una calamità per tutti inoltre permetterebbe un ulteriore consolidamento del potere americano in Europa con imprevedibili conseguenze.

In questo frangente emerge il ruolo a dir poco marginale che riveste l’Italia nella NATO e nella Comunità Europea e il ruolo di lacchè che l’amministrazione americana ha riservato all’attuale premier. Eppure in tutta questa tragica e pericolosa vicenda spunta la figura di Conte con le sue battaglie volte a dare dignità alla politica, a battersi per dei valori che vanno recuperati e per una visione di “un ordine mondiale multipolare che metta fine all’unipolarismo americano e al suo costante bisogno di un nemico esterno da combattere”. Conte rappresenta una visione originale ed innovativa di un futuro svincolato da influenze straniere, l’uomo che può realizzare i contenuti costituzionali rimasti inattuati per espressa volontà americana.

Di fronte allo spettacolo terribile di una guerra che si poteva evitare si contrappone la mediocrità della “politica italiana” che promuove campi più o meno larghi al fine di abbrancarsi ad un atlantismo che spaccia per valori la cura degli interessi imprenditoriali e militari che non porteranno alcun vantaggio al nostro Paese. 

Autore Lucia Pomponi
Categoria Esteri
ha ricevuto 371 voti
Commenta Inserisci Notizia