La storia tragica di Don Pino Puglisi è troppo nota per raccontarla nuovamente, il sacerdote combatteva la mafia con mezzi non violenti e purtroppo ha fatto la fine che ha fatto, ma quel che è peggio è che la mafia - tutte le mafie - sono ancora lì vive vegete e in affari, nonostante il sacrificio di Don Pino Puglisi.

Ora in uno scenario incomparabilmente più vasto e devastante, abbiamo una cosca comandata da un capo-bastone che si comporta esattamente come i capi mafia nostrani, soltanto che invece che assassinare qualche decina di persone con le loro scorte - che comunque per loro costituivano un pericolo - trucida donne anziani e bambini che non si capisce quale pericolo possano costituire per la congrega.

E in questo scenario, incurante di parallelismi che anche un bambino è in grado di fare, il papa se ne esce condannando uno stato che, vista la situazione e visto che ci siamo finalmente svegliati per realizzare che periodicamente il mascalzone internazionale nasce, cresce e fa danni, ha deciso, di concerto con la tanto bistratta "Europa", di aumentare la spesa militare.

Se la faccenda si potesse liquidare con la facile battuta che il mestiere di Papa impone la condanna delle armi sempre e comunque, non ci sarebbe di che scandalizzarsi, il dramma è che non pochi personaggi "altri" in cerca di visibilità elettorale, si associano giulivi a quella che detta dal Papa può essere una cosa comprensibile, detta da loro è solo un'emerita imbecillità.

Per non farsi mancare niente, l'ineffabile Tarquini, direttore di Avvenire, intervistato in TV (trasmissione In Onda, su La7) sulla presa di posizione del Papa, senza mettersi a ridere, ha sostenuto che Putin invece che con le armi si sarebbe potuto fermare con una marcia della pace di qualche milione di europei che magari con i bambini sulle spalle e gli immancabili striscioni, si fosse diretta A PIEDI verso Mosca!