"Ora si predilige tatticamente la parte offensiva. Noi schieravamo il libero e due marcatori, il gioco era meno veloce.
La solidità rimane comunque determinante, non si può trascurare la copertura perché è tutta una questione di equilibrio.
In area oggi c'è meno attenzione.
A volte, applicando la marcatura a zona, ci si dimentica di difendere e si prendono gol ridicoli.
Le squadre moderne tendono a privilegiare l’impostazione dalle zone arretrate del campo per attirare il pressing avversario e avere più spazi nella fase offensiva.
Mi fanno diventare veramente matto quando vedo far partecipare anche i portieri alla manovra d’impostazione del gioco.
È assurdo, perché li mettono in condizione di commettere degli errori madornali.
La costruzione dal basso esisteva anche ai miei tempi, ma in maniera diversa rispetto a quella attuale.
I rischi che le squadre si prendono oggi sono maggiori: quel tipo di impostazione viene provata pure nel momento in cui gli avversari pressano molto alti. E, di conseguenza, per attuarla in modo proficuo, ci vogliono giocatori dotati di ottima tecnica e velocità di pensiero. Ma il livello tecnico del calcio sta diminuendo, sta aumentando solo la velocità.
Un tempo c’erano dei giocatori che non avevano nulla a che vedere con quelli di adesso (ride, ndr)."
È tra i decani del mondo del calcio nostrano con oltre mille panchine tra i professionisti, una ventina di squadre allenate, cinque promozioni nella massima serie e una sfilza di giocatori lanciati tra serie A e B.
È tuttora l’ultimo tecnico ad aver vinto i due derby di Torino sulla panchina granata, sia all’andata che al ritorno, negli ultimi 40 anni.
83 anni oggi, buon compleanno Nedo Sonetti...
Fonte: Leggo/La Stampa