Dopo che l'amico Salvini è diventato il nemico Salvini, Di Maio (o chi per lui) ha deciso che non è più il caso di far finta di niente ed ogni provvedimento che riguardi o finisca per riguardare la politica deve essere barattato in base al do ut des in chiave elettorale... Lo stesso vale per ogni avvenimento di cronaca che abbia per protagonista diretto o indiretto il Governo ed i suoi ministri.

Tutto questo ci accompagnerà fino alle prossime elezioni europee, poi si vedrà.

In vista del voto, i successi nella guerra tra leghisti e grillini sembrano adesso favorire soprattutto questi ultimi, con la Lega che si lecca le ferite. Dopo la ritirata sul caso Siri, Salvini deve incassare una reprimenda sui rimpatri dei migranti, e ingoiare la propaganda 5 Stelle sul reddito di cittadinanza che vuol far credere che adesso - dopo averlo ottenuto - alcune famiglie abbiano risolto qualsiasi problema o difficoltà.

Ma Di Maio , scottato dal passato, non si adagia sugli allori e continua ad incalzare il tuttora alleato Salvini, facendogli sapere di aver avuto notizia di "telefonate tra la Lega e Berlusconi dove si parla di far cadere il governo".

E così coglie la palla al balzo: "Martedì chiederemo nell’ufficio di presidenza della commissione Affari Costituzionali della Camera la calendarizzazione della legge sul conflitto di interessi. Significa che il provvedimento sarà incardinato poi nella prima riunione della commissione!

Le cronache di questi giorni hanno certificato che la corruzione è un male vivo e in salute, che si espande senza sosta nel nostro Paese. Per combatterla e sradicarla servono provvedimenti adeguati, non bastano i selfie e i proclami di guerra. Servono anticorpi, serve determinazione, perché non è questo il momento di mettere la testa nella sabbia!"

Un personaggio come Salvini, che oramai scalpita per fare il presidente del Consiglio e non vuole certo lasciarsi sfuggire un'opportunità che potrebbe non ricapitargli più, non può pensare di provare a raggiungere l'obbiettivo senza avere la certezza del risultato. Quindi, sebbene Berlusconi non rientri al momento tra coloro con cui Salvini vorrebbe avere a che fare, l'attuale ministro accetterà di buon grado (in apparenza) un'alleanza con Forza Italia per avere qualche percentuale di voto in più tale da fargli raggiungere con certezza la soglia minima per ottenere la maggioranza in Parlamento.

Ma modificare la legge sul conflitto d'interessi, che tanti vantaggi ha portato all'ex cavaliere, non favorirebbe certo tale alleanza... quindi, anche questo argomento finirà per essere un nuovo motivo di scontro nel Governo del cambiamento... l'ennesimo.