In un libro, l'ex direttore Fbi Comey dice che Trump non sa che cosa sia l'etica... e non solo!
Il New York Times ha pubblicato alcune anticipazioni del libro di memorie di James Comey, A HIGHER LOYALTY - Truth, Lies, and Leadership, in cui l'ex direttore dell'Fbi descrive i suoi incontri avvenuti con Trump nel gennaio del 2017, facendo del presidente un quadro che, al diretto interessato, non è piaciuto per niente. E si può immaginare perché!
"Questo presidente non è etico ed è scollegato dalla verità e dai valori istituzionali", questo il giudizio di Comey sull'attuale inquilino della Casa Bianca.
Ma ce n'è anche per lo staff di Trump: "Il circolo silenzioso dell'assenso. Il capo ha il controllo completo. I giuramenti di fedeltà. La visione del mondo di noi contro loro. La menzogna su tutto, dalle piccole alle grandi cose, al servizio di un qualche codice di lealtà che mette l'organizzazione al di sopra della morale e al di sopra della verità."
E le anticipazioni pubblicate sulla stampa saranno poi "approfondite" in un'intervista sulla ABC programmata per domenica sera. D'altronde, il libro uscirà la prossima settimana e, inutile dirlo, sarà certo un successo editoriale.
Il problema, per Trump, è che nel suo libro Comey oltre a giudizi taglienti sull'attuale presidente, riporta anche le sue impressioni sul suo aspetto fisico, oltre a "certe" dichiarazioni.
Così, oltre ad affermare che la leadership di Trump è "guidata dall’ego e dalla lealtà a se stesso", l'ex direttore dell'Fbi aggiunge anche particolari gustosi come quello legato all'aspetto di Trump: "La sua faccia appariva leggermente arancione, con brillanti mezzelune bianche sotto gli occhi, dove presumevo che mettesse piccoli occhiali durante le sedute di abbronzatura"; o come quello legato alle sue paure: "Sono germofobico. Non permetterei a nessuno di fare pipì davanti a me", in relazione alla storia di un video, la cui esistenza era stata riportata da una spia britannica che aveva investigato sulle possibili interferenze della Russia nelle presidenziali del 2016, di cui era necessario dimostrare che fosse un falso per convincere la moglie Melania.
Si può pertanto immaginare la reazione, sempre diffusa via twitter, da parte di Trump a commento di queste prime anticipazioni: "È stato un grande onore licenziare James Comey!"
La colpa di Comey era stata quella di aver indagato sulla possibilità che la Russia avesse interferito nelle elezioni presidenziali del 2016 per favorire Trump. L'indagine, tuttora in corso, è stata poi portata avanti dal consigliere speciale Robert Mueller.
Trump ha negato qualsiasi coinvolgimento, ma l'inchiesta è ancora in corso ed ogni settimana ci sono sempre novità. Quindi, per Trump, definire Comey "bugiardo" era il minimo.