In occasione della Giorno della Memoria, nel settantunesimo anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, il presidente israeliano Reuven Rivlin ha deciso di pubblicare di documenti fino ad oggi rimasti segreti. Fra questi anche la domanda di grazia, scritta di suo pugno da Adolf Eichmann, il criminale nazista che aveva organizzato la deportazione degli ebrei europei, all'allora presidente Yitzhak Ben-Zv.
Arrestato alla fine della seconda guerra mondiale, Eichmann riuscì a fuggire e nel 1950 si stabilì in Argentina sotto falso nome. Rintracciato nel 1960 dagli agenti del servizio segreto israeliano, il Mossad, fu condotto in Israele e lì processato e condannato a morte l'anno successivo.
Nella domanda di grazia, Eichmann sostiene che il tribunale, nel giudicarlo, ha sopravvalutato il suo ruolo nell'orchestrazione della "Soluzione Finale" voluta da Hitler, che portò allo sterminio di sei milioni di ebrei. Si dice inorridito dalle atrocità commesse contro gli ebrei, ma spiega che va tracciata una linea fra i veri responsabili, in posizioni di comando, e i semplici esecutori. Lui non comandava e, quindi, non si riteneva colpevole. La lettera autografa porta la data del 29 maggio 1962. Eichmann veniva impiccato quarantotto ore dopo.
Fra i documenti resi pubblici, si trovano anche le domande di grazia della moglie Vera e dei cinque fratelli ed altri documenti processuali.