Dal cannocchiale spaziale della Nasa l’astrofisico Marco Ajello ed il team dell’Istituto di Fisica Nucleare, Istituto nazionale di astrofisica, Agenzia spaziale italiana e l’università di Padova, Trieste, Perugia, Bari, hanno calcolato quanta luce ha emesso l’universo con le sue stelle dalla sua nascita ad oggi.  In termini di fotoni  (quanti di luce) si tratterebbe di un numero inimmaginabile:  4 per 10 elevato alla 84 che traduce il nr.4 seguito da 84 zeri (4.000.000.000.00...)

Un contatore della luce che inizia a girare con la nascita dell’Universo, incontenibili  numeri ottenuti con  calcoli e  stime che si basano su modelli cosmologici e misurazioni astrofisiche:  per noi uomini di aritmetica elementare le logiche ed i linguaggi della scienza non sono di facile comprensione.

La nascita dell’Universo si inscrive nel creato 13,7 miliardi di anni fa in seguito allo scoppio del big bang da cui ha avuto origine la formazione delle stelle che  a tutt’oggi  continuano a moltiplicarsi: attualmente si contano miliardi e miliardi di stelle riunite in circa 2000 miliardi galassie,  premessa per capire che il processo di formazione del cosmo non ha avuto fine ed è in continua evoluzione.

EBL (extra galactic background light).

La radiazione emessa da tutte le  galassie nell’intera storia dell’universo – raggi ultravioletti e infrarossi – è chiamata EBL. Essa lascia una traccia evidente quando  le sorgenti lontane  emettono radiazioni elettromagnetiche con un quantitativo di energia molto elevato: il fenomeno della traccia esiste perché i fotoni interagiscono fra loro e l’EBL  attenua  talune radiazioni (radiazioni gamma) rendendo la visibilità della traccia opaca.

Il prof. Ajello ed il suo team, attraverso il  telescopio spaziale NASA – che vede la collaborazione di Francia, Svezia, Giappone - hanno osservato la traccia EBL di 739 galassie attive in relazione al lampo gamma,  uno dei processi energetici di radiazione più energetici dell’Universo, in modo tale da arrivare a ricostruire l’evoluzione dello stesso EBL e la formazione delle stelle, ovvero la nascita delle luminose in funzione dell’età dell’Universo. Infatti  una stella emette luce dal momento della sua nascita.

Ma le stelle sono lontane dalla Terra e percorrere  la loro distanze significa viaggiare nel tempo. Nel vuoto la luce viaggia a quasi 300.000 chilometri al secondo e, se scorgiamo un puntino che brilla nel cielo ad una distanza di un miliardo di anni luce, significa che il suo viaggio è iniziato un miliardo di anni fa.

“I fotoni gamma che viaggiano attraverso la nebbia della luce stellare” ha sintetizzato Ajello “hanno una grande probabilità di essere assorbiti. Misurando quanti fotoni sono stati assorbiti, siano riusciti a misurare quanto era fitta questa nebbia ed a misurare, in funzione del tempo, quanto luce c’era …

L’uomo vitruviano di Leonardo

Lo studio delle stelle e delle galassie è molto affascinante così come stupirsi alla vista dell’infinito:  basta alzare la testa e guardare la volta celeste  per rendersi conto di quanto sia vasto  e complesso l’argomento; meglio lasciare agli scienziati i calcoli alfanumerici, mentre è più vicino a noi  l’uomo  vitruviano di Leonardo Da Vinci e la teoria del microcosmo che identificava le leggi dell’universo nel  corpo umano, “colui che niente ignora mi creò. Ed io reco in me ogni misura: sia quelle del cielo, sia quelle della terra, sia quelle degli inferi. E chi comprende se stesso ha nella sua mente moltissime cose, ed ha nella sua mente il libro degli angeli e della natura”… (dall’uomo vitruviano del Taccola tradotto dal latino).