La ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, ha anticipato a Repubblica i futuri cambiamenti per l'accesso alla Facoltà di Medicina.

“La prima prova slitterà perché i quesiti dei prossimi test saranno ‘pescati’ da una banca dati che ho voluto fortemente aperta e pubblica, al contrario di oggi. Questo presuppone che il Cisia, responsabile dei test, aumenti il numero delle domande. Un’operazione che richiede un piccolo margine di tempo aggiuntivo. Stiamo lavorando per migliorare i Tolc, ma l’obiettivo è cambiare, superandoli. È solo una prima tappa, siamo già indirizzati su un percorso di riforma complessiva per l’iscrizione a Medicina”.“L’idea è consentire agli studenti di frequentare corsi caratterizzanti, sostenere degli esami e accedere alla facoltà in base all’esito. In questo modo affidiamo la preparazione alle università, sottraendola ai vari corsi extra-accademici. Affiancheremo le lezioni ad azioni di orientamento per supportare le scelte degli studenti”. “Mi piace parlare di modello italiano. In Francia il ‘periodo filtro’ è molto lungo e ha generato criticità. La mia idea è un lasso di tempo molto più breve, tipo un semestre. Ma penso anche a meccanismi che consentano, a quanti non superano gli esami, di recuperare il lavoro fatto e accedere a un’altra facoltà”.“Il numero chiuso, per come lo abbiamo conosciuto ed ereditato, non esiste già più. Abbiamo aumentato i posti di oltre 3 mila unità quest’anno e l’incremento è stimato in 30 mila nei prossimi sette anni”. “Dal primo giorno del mio mandato ho parlato di apertura sostenibile perché era necessario cambiare, coniugando il maggiore accesso degli studenti con la sostenibilità del sistema e della qualità della formazione. È su questa linea che continuiamo a muoverci: procederemo in maniera graduale e progressiva. Abbiamo il dovere di continuare a garantire la qualità dell’offerta formativa che un’apertura indiscriminata non assicurerebbe”. “Darsi l’obiettivo dell’apertura non è sbagliato, ma è appunto un obiettivo intorno al quale costruire le condizioni sistemiche, con gradualità, realismo e senso di responsabilità”.“L’accesso libero, senza potenziare gli atenei, non garantirebbe la formazione di medici qualificati. È la differenza che c’è tra una Università degna di questo nome e un laureificio dove chi si laurea non ha mai visto una corsia di ospedale o un paziente in carne ed ossa. Chi governa ha il dovere della responsabilità ed evitare allarmismi. Le previsioni ci dicono che – a causa del calo delle nascite – il fabbisogno di medici, dopo un periodo di aumento, è destinato a calare”.

Riassumendo... Le sessioni di test inizialmente previste per febbraio 2024 sono state rinviate, probabilmente a fine marzo per la prima, e a fine aprile o ai primi di maggio per la seconda per superare le problematicità emerse in precedenza. Per i prossimi test, le domande saranno "pescate" da una banca dati "aperta e pubblica" contenente migliaia di quesiti, di cui si sta occupando il Cisia, il consorzio interuniversitario per i sistemi integrati di accesso.