Il percorso per diventare medico, odontoiatra o veterinario cambia radicalmente. Dopo anni di polemiche, attese e promesse, salta il numero chiuso nella sua forma tradizionale: niente più quiz a crocette all'ingresso. Al loro posto, arriva un sistema basato su veri esami scritti universitari, da sostenere alla fine del cosiddetto “semestre filtro”.

Il cambiamento entrerà ufficialmente in vigore con la pubblicazione del decreto attuativo prevista nei prossimi giorni. Il Ministero dell'Università e della Ricerca sta ultimando gli ultimi dettagli, ma le anticipazioni sono già chiare: le nuove prove scritte si terranno tra novembre e dicembre, in un'unica giornata. Saranno tre esami distinti, ciascuno composto da 31 domande per un totale di 93 quesiti, valutati in trentesimi. Niente fortuna, solo studio e competenze reali.

Il primo decreto attuativo – pubblicato a metà maggio – ha introdotto il “semestre filtro”. Si tratta di un primo semestre del corso di laurea che funziona da selezione naturale: solo chi supera gli esami scritti può proseguire nel secondo semestre del percorso magistrale a ciclo unico. Gli altri restano fuori. Chi non passa, però, avrà diritto a tentare di nuovo, fino a un massimo di tre volte.

Per aiutare gli studenti ad affrontare questa nuova modalità, le università organizzeranno corsi di preparazione specifici. Niente più nozioni da memorizzare in fretta per un quiz, ma un approccio più simile a quello degli esami universitari veri e propri. È una rivoluzione anche culturale: si premia la preparazione autentica, non l'abilità nel barare il sistema.

Ogni candidato dovrà indicare almeno cinque sedi universitarie in ordine di preferenza, partendo da quella dove svolgerà il semestre filtro. Se non si riesce ad accedere al secondo semestre, resta la possibilità di iscriversi a un altro corso di laurea, ma il messaggio è chiaro: chi vuole indossare il camice deve guadagnarselo con impegno, costanza e preparazione.

La riforma rappresenta un cambio netto di paradigma. Non si abolisce il numero chiuso in senso assoluto, ma lo si trasforma: da selezione iniziale a selezione in itinere, più coerente con l'ambiente universitario e con l'obiettivo di formare professionisti della salute competenti, motivati e preparati.

È la fine del quiz e l'inizio di un percorso che punta sulla sostanza. Un sistema che, almeno nelle intenzioni del Ministero, dovrebbe garantire accesso più equo e allo stesso tempo elevare il livello qualitativo della formazione. Resta da vedere se la macchina funzionerà senza intoppi, ma una cosa è certa: per entrare in Medicina, da oggi serve dimostrare davvero di esserne all'altezza.