"Pur condividendo le misure di apertura contenute nel decreto approvato oggi in Cdm, in coscienza non potevamo approvare la discriminazione tra bambini vaccinati e non vaccinati I dati ci dicono, per fortuna, che i contagi scendono quotidianamente e nostro dovere è lavorare con determinazione alle questioni concrete per risolvere i problemi del paese".

Così i leghisti hanno spiegato il no alle misure che cambiano le norme della quarantena a scuola nell'ambito delle "misure urgenti in materia di certificazioni verdi COVID-19" di cui si è occupato il Consiglio dei ministri che si è svolto questo mercoledì.

Alla seduta convocata per le 16, erano presenti solo due ministri della Lega, Massimo Garavaglia ed Erika Stefani, che però non hanno partecipato al voto delle nuove norme anti-Covid su Dad e quarantena nelle scuole.

Al CdM non ha invece partecipato Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico e capo delegazione della Lega al governo. Il numero due della Lega, inoltre, non ha partecipato neppure alla cabina di regia che si è tenuta prima del Consiglio dei ministri, sostituito da Garavaglia.  Nei giorni scorsi era ventilata l'ipotesi della sua volontà di non far più parte dell'esecutivo.

La Lega deve adesso guardarsi da Giorgia Meloni e dal fatto che, dopo la rielezione di Mattarella, Fratelli d'Italia possa acquisire ulteriori consensi a destra. 

Come dimostra ciò che è accaduto in questo CdM, adesso Salvini terrà il punto in chiave di consenso su qualsiasi decisione che l'esecutivo dovrà affrontare. Questo, a breve, non potrà che portare ad uno sgretolamento della maggioranza e del Governo.