A dire la verità già l'8 novembre, Fadoi, la Federazione delle Associazioni Dirigenti Ospedalieri Internisti, che conta oltre 3.000 iscritti in tutta Italia, aveva lanciato un allarme per la situazione più che emergenziale degli ospedali italiani. 

"Nella quasi totalità degli ospedali italiani siamo a un'occupazione di posti letto che supera il 100%. Non ci sono posti liberi nella gran parte dei nostri ospedali considerando pazienti fuori reparto, pazienti Covid e pazienti con altre patologie",

aveva dichiarato il presidente nazionale della Fadoi, Dario Manfellotto, chiedendo all'Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas) di chiarire le stime che parlano dello sforamento della soglia critica del 40% di ricoveri Covid.

Oggi, l'allarme di una situazione drammatica negli ospedali viene rilanciata e questa volta da Fadoi e Simi, che rappresentano gli internisti, da Sigg e Sigot che rappresentano i geriatri, e dall'associazione Anìmo, federazione nazionale degli infermieri, che in una lettera aperta denunciano: 

"Gli ospedali sono ormai vicini al collasso, a causa di due fattori concomitanti: carenza di personale sanitario e mancanza dei posti letto a fronte dell'abnorme afflusso di malati per la rapida e vertiginosa diffusione dell'infezione virale. È corretto e logico monitorare la crescente saturazione dei posti letto nelle terapie intensive, ma in tante Regioni i tassi di occupazione dei reparti di Area medica sono ormai superiori al 100%, considerando anche la presenza dei malati non COVID, che continuiamo ad assistere, ma le cui possibilità di accesso agli ospedali si stanno riducendo. Una conseguenza probabile, se non certa, sarà l'incapacità di garantire gli standard qualitativi per le cure a tutti i malati cronici e ai malati acuti non COVID, oltre ad ulteriori criticità e ritardi nel campo della prevenzione.La situazione sanitaria è drammatica e noi medici e infermieri di Area medica, sia nei nostri reparti sia in altri reparti ultra-specialistici rapidamente riconvertiti in Unità COVID, ci prendiamo cura di oltre il 70% dei malati COVID ricoverati in ospedale, garantendo tutte le cure, compresa l'ossigenoterapia e la ventilazione non invasiva, cercando di strappare il paziente alla intubazione o alla morte: sentiamo il dovere di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla reale situazione che viviamo ogni giorno negli ospedali. Siamo ora passati dalla discussione pubblica, oziosa e inutile sulle caratteristiche del virus, ad una analisi continua dei dati che indirizza l'opinione pubblica verso fallaci rassicurazioni, portando a sottostimare il reale grado di saturazione dei posti letto che va ben oltre il 30 o 40 per cento che viene usualmente comunicato. Infatti, la realtà non è quella rappresentata e tutti noi viviamo ogni giorno grandi difficoltà ad accogliere, curare e trasferire i tanti malati che giungono ai Pronto Soccorso in numero superiore alla capacità ricettiva delle nostre strutture.Non è di aiuto per nessuno sottovalutare, sminuire, fingere che la situazione sia quasi normale o che a breve si possa normalizzare. Pertanto, chiediamo un maggiore impegno verso la diffusione di una informazione che accresca la consapevolezza dei cittadini sulla realtà che stiamo vivendo. Come Società scientifiche dell'Area medica, pensiamo che serva una posizione chiara ed univoca di fronte alla circolazione di notizie contraddittorie che rischiano soltanto di alimentare dissensi, confusione e malumore nella popolazione. Facciamo appello alle altre Società scientifiche per condividere queste nostre preoccupazioni e alle istituzioni per aiutarci ad affrontare in tutto il Paese, la gravissima emergenza sanitaria, sostenendo il lavoro di tutti gli operatori del Servizio Sanitario Nazionale".

L'appello porta la firma di Dario Manfellotto presidente Fadoi, Antonello Pietrangelo presidente Simi, Raffaele Antonelli Incalzi presidente Sigg, Alberto Pilotto presidente Sigot, Gabriella Bordin presidente Anìmo.