Domanda classica, quando hai iniziato a scrivere e perché? Ho iniziato a scrivere solo un anno fa perché ho sempre amato la scrittura ma ho sempre creduto di non essere all’altezza, anche se fino dalle elementari, tutti mi dicevano che ero molto brava. Scrivevo per me, perché era il mio modo, nei momenti di rabbia o di tristezza, di stare meglio. Quasi mai andavo a rileggere quello che avevo scritto perché davvero era una sorta di medicina ad una situazione di disagio. Poi una conoscenza del tutto fortuita con un regista e un suo amico poeta che hanno letto due capitoli del mio libro, mi ha dato la spinta per andare avanti ed infatti in un anno ho scritto due romanzi: il primo che è la narrazione della mia vita, divisa per momenti, ricordi, emozioni che si intitola “Io comunque sono Paola” e che ha anche vinto un premio di merito per la valenza artistica e letteraria al Concorso Internazionale di Cattolica (Pegaso Literary Awards) e il secondo “Alla fine, il silenzio” che è l’unione di due storie vere che mi sono state raccontate e anche questo farà parte di una pubblicazione del premio Quasimodo.
Come mai hai scelto questo genere di scrittura?Perché non sono capace di scrivere dei gialli o dei fantasy. Io scrivo sempre partendo da storie vere che poi magari modifico a beneficio della narrazione. E in questo modo riesco abbastanza bene a entrare nei panni dei vari personaggi e ad agire come agirebbero loro, anche se il romanzo è ambientato in un’epoca passata.