Il marchio di moda Goa Goa è stato registrato nel 2011, anche se ha cominciato a produrre le prime collezioni dal 2013. Come il nome suggerisce, tutto ha preso il via dal tema del viaggio, in particolare dall’isola di Goa, celebre da sempre per essere stata il cuore pulsante delle comunità hippie.

“Ho viaggiato un po’ ovunque: dal centro America all’Asia, dove poi mi sono fermata molto. Ho vissuto in India, a Bali, andavo spesso in Thailandia. In maniera del tutto casuale, sono quindi entrata in contatto con quello che era il mondo del fashion e dell’artigianato. Non a caso, il nome del brand deriva dal fatto che, nei vari viaggi intrapresi, c’è stata anche l’India e quindi l’isola di Goa. Le primissime collezioni di tanti anni fa aveva quella tipologia di abbigliamento un pochino hippie, tant’è che i capi erano ricamati a mano. Erano i fuori acqua delicati alle feste in spiaggia. D’altronde Goa è nota in età hippie, negli anni ’60 e ’70, per il movimento e le feste che si facevano sulla spiaggia. Col tempo, il nostro brand è andato evolvendosi. Ha preso il suo posizionamento, la sua immagine, che comunque è molto fashion”.

ha spiegato, infatti, Chiara Pavanello, ideatrice del brand, che ha sede principale a Rovigo ma sta prendendo sempre più piede anche in Europa:

“Al momento, abbiamo una rete di agenti e distributori in Italia. Attualmente, stiamo facendo un grossissimo investimento in Spagna, dove siamo presenti soltanto da sei mesi con un paio di collezioni. Una novità che ci sta dando già dei risultati importanti. In virtù di questo, a metà giugno avremo l’inaugurazione dello showroom di Barcellona. Stiamo avviando una forte campagna di comunicazione dedicata soltanto al mercato spagnolo”.

Le creazioni del brand e di conseguenza nel suo target raccolgono dentro di sé la scoperta e la voglia di esplorare. Tutte le donne che indossano Goa Goa devono sentirsi cittadine del mondo, cosmopolite e curiose, oltre che amanti del bello dell’hippie chic. Ogni collezione è la tappa di un lungo viaggio senza destinazione; ogni capo è un souvenir e porta con sé un pezzo di questa storia. 

“Mi sono avvicinata alla moda, con dei capi che facevo fare a Bali, in Indonesia. Erano ricamati a mano, con i tessuti naturali della zona e con le tecniche di ricamo in cui gli asiatici erano e sono portati. Ho così trasformato questa mia passione e curiosità in business. Con l’esperienza e il gusto italiano, abbiamo sempre cercato di prendere input e influenze da tutto il mondo per tradurle e trasmetterle, ovviamente rielaborandole e creando delle collezioni uniche”.