Intervista all’autore Federico Bianca
Come e quando è nata la tua passione per la scrittura?
È stata una naturale conseguenza della mia passione per la lettura, nata intorno ai 12, 13 anni, ma esplosa a 14 anni, al Ginnasio. Per molto tempo, la scrittura è stata però una semplice velleità, mi limitavo, al massimo, a prendere qualche appunto, quando veniva un’idea. Nel 2012, invece, anche grazie a un concorso letterario, ho cominciato a scrivere racconti.
Il tuo libro “Riscatto” come è nato?
“Riscatto” è, in realtà, un piano B! Avevo pronto, prima della pandemia, un romanzo breve che, purtroppo, ha subito diversi rifiuti. Allora, mi è venuta l’idea di raccogliere in volume i racconti che erano già stati pubblicati su antologie nazionali e aggiungere qualche inedito.
Come possiamo conquistare oggi il lettore?
Recuperando il gusto per la narrazione e non separandolo da temi più seri. A volte, ho la sensazione che si scrivano opere fin troppo pensate a tavolino, dimenticando che i Grandi sviluppavano tematiche importanti senza mai dimenticare di appassionare il lettore. Oggi, forse, o si appassiona il lettore, senza dargli altro, o si cerca quasi di indottrinarlo, senza attirare la sua attenzione. La separazione tra opere alte e opere basse forse non aiuta.
Che ne pensi del Self di Amazon?
È un mare magnum! Trovi senza dubbio opere interessanti di autori fuori dagli schemi che, altrimenti, non troverebbero un editore coraggioso. In altri casi, è la soddisfazione di un desiderio personale, e non ci vedo nulla di male. Se non hai la sindrome del genio incompreso e hai pazienza, può essere un ottimo trampolino di lancio.
Quali consigli daresti a chi si vuole approcciare al mondo della scrittura?
Bisogna avere pazienza. Me ne sono reso conto proprio grazie alla mia esperienza personale. Ma, prima di pensare alla pubblicazione, bisogna avere pazienza nella fase di creazione. Un’idea può avere bisogno di tempo per svilupparsi, alcune perdono per strada la forza e l’originalità che attribuivi loro.Scrivere è anche riscrivere, cioè intervenire dopo che si è lasciato “sedimentare” quello che hai lasciato sul foglio. Il contatto continuo con i Classici, Antichi, Moderni o Contemporanei, è una risorsa indispensabile. Devi sapere scegliere i tuoi Maestri, al di là dei Canoni in voga e delle mode passeggere.
Come è nata la collaborazione con Felici edizioni?
Devo e voglio ringraziare pubblicamente quattropersone. La professoressa Sissi Sardo, dell’Università di Catania, che ha sempre accolto con simpatia la pubblicazione dei miei racconti, e che ha incoraggiato la mia idea di raccoglierli in volume. La professoressa mi ha presentato la scrittrice e poetessa Marilina Giaquinta che, con una generosità davvero rara, mi ha aiutato prontamente, presentandomi il Dottore Antonio Celano, il mio editor. Il Dottore Celano ha lavorato con pazienza e passione, un vero “labor limae”, che ha permesso ai racconti di “Riscatto” di presentarsi al meglio delle loro possibilità. È stato il Dottore Celano a mettermi in contatto con Fabrizio Felici che si è mostrato interessato e disponibilissimo. Infine, Marilina Giaquinta mi ha fatto un altro dono, scrivendo l’introduzione a “Riscatto”. È grazie a queste persone che “Riscatto” ha visto la luce.
Progetti futuri?
Il piano A, il romanzo breve! Battute a parte, il romanzo è pronto e, con calma, affronterà il necessario processo di editing che, spero, lo porterà alla pubblicazione. Naturalmente, non se ne parla prima del 2024...se tutto va bene! Posso anticipare qualche dettaglio: siamo a Los Angeles, negli anni Cinquanta, tra personaggi che lavorano nel mondo del cinema. Ma non sarà un’opera sul cinema, bensì su persone che, incidentalmente, lavorano in quel mondo.