Politica

Matteo Renzi ricorre all'immunità parlamentare sull'inchiesta relativa alla Fondazione Open

"... Attendiamo con simpatia e curiosità il momento in cui Conte smetterà di parlare del presunto 1% di Italia Viva per iniziare a parlare del presunto 5% che il suo amico Di Donna chiedeva agli imprenditori interessati a stare nel business delle mascherine". 

Questo è uno degli ultimi e simpaticissimi promemoria che il senatore di Rignano sull'Arno, Matteo Renzi, diffondeva per ricordare a chi gli presta ascolto quanto siano poco credibili i suoi avversari in tema di correttezza e trasparenza.

Il senatore Renzi, invece di badare ai guai giudiziari che riguardano babbo, mamma e lui stesso, si guarda intorno per dare lezioni si suoi avversari che, in base all'attenzione e alla foga persecutoria con cui li segue, non è neppure sbagliato definire nemici.

Ma il senatore Renzi ha titolo per poter dire di essere migliore di altri?

Secondo quanto riportato da Il Fatto - che richiama un articolo del Corriere Fiorentino - non sembrerebbe.

Nel 2016, ricorda il giornale di Travaglio, in relazione all'inchiesta sul petrolio in Basilicata il Pd querela vari esponenti dei 5 Stelle per le dichiarazioni rese dentro e fuori dal Parlamento. Renzi in Senato si appella ai parlamentari grillini denunciati chiedendo loro di rinunciare all'immunità, prendendo ad esempio se stesso che al tempo, non essendo parlamentare, non l'aveva.

Nel 2019, dopo essere stato eletto  senatore,  Renzi attacca Salvini sui fondi della Lega in questo modo: "Querelami per i 49 milioni, non userò l'immunità parlamentare". 

Adesso, però, di rinunciare all'immunità per le indagini sulla Fondazione Open, Renzi e i suoi avvocati non ne hanno voluto sapere!

Secondo il Corriere Fiorentino, già a fine estate i legali del senatore di Rignano avevano presentato alla Procura di Firenze "formale intimazione di astenersi dallo svolgimento di qualsivoglia attività investigativa preclusa dall’art. 68 della Costituzione e dell’articolo 4 della legge 140/2003, nonché nell’utilizzare conversazioni e corrispondenza casualmente captate senza previa autorizzazione della Camera di appartenenza". In due parole, l’immunità parlamentare.

Ma, come ci ricorda il Fatto, la richiesta è adesso nelle mani della giunta del Senato perché il procuratore aggiunto Luca Turco, che ne tira le fila, vuole sapere che cosa contengano . Non è chiaro quali intercettazioni Renzi intenda coprire e perché, ma l’elenco degli indagati per finanziamento illecito cui nei giorni scorsi è arrivato l’avviso di conclusione delle indagini è lungo: conta 11 persone tra le quali i più stretti collaboratori, da Luca Lotti alla Boschi, e diversi altri che parlamentari non sono, a partire da Marco Carrai e dall’ex presidente della fondazione Alberto Bianchi.

Ancora una volta, Renzi ha dimostrato che l'incoerenza - definiamola così - è il faro che guida il suo modo di fare politica e di cui lui più volte si è proclamato di esserne orgoglioso, nonostante il suo partito abbia raggiunto il non invidiabile risultato di un consenso del 2% nei sondaggi sulle intenzioni di voto.

Per quanto riguarda l'inchiesta sulla Fondazione Open, entro novembre il Gip deciderà o meno se debba essere archiviata o se sia necessario che sulla vicenda si celebri un processo e sia un tribunale ad esprimersi.

Autore Gino Tarocci
Categoria Politica
ha ricevuto 458 voti
Commenta Inserisci Notizia