Evidentemente commossa che un fascista, estimatore di Trump e Bolsonaro, sia diventato il nuovo presidente dell'Argentina che la (post) camerata Giorgia Meloni si è sentita in obbligo, non di mandare il classico telegramma di auguri, come dettato dalle regole (ipocrite) della diplomazia, ma di alzare il telefono e di congratularsi di persona con Javier Milei

"L’Argentina è una nazione a cui siamo legati da profondi legami storici e culturali e in cui vive la più grande comunità di italiani all’estero", ha dichiarato Meloni, in base a una nota di Palazzo Chigi. Poi, la premier ha aggiunto: "Roma e Buenos Aires condividono valori comuni che definiscono la nostra azione di politica estera nell’attuale contesto internazionale".

Quali sono i valori comuni all'Italia di Meloni e all'Argentina di Milei?

Forse l'invito agli argentini di andare a votare, brandendo una motocierra (motosega), a simboleggiare la volontà di tagliare la spesa pubblica.

Forse quello di tornare alla Costituzione del 1853 di cui fu autore Bautista Alberdi.

O forse, ancor meglio, quello della vendita libera di armi e organi [proprio così, ndr].

Difficile dirlo, anche perché non è neppure certo se "El Loco" sia un pazzo solo di facciata o un pazzo vero, considerando che tra le altre sue numerose qualità vi è pure quella di "sentire" voci che nessuno sente...


Ma forse è proprio quest'ultima caratteristica che fa da fondamenta ai valori comuni di cui parlava Meloni.