Esteri

Libia: in campo a Tripoli i mercenari russi della Wagner e quelli turchi di Sadat

La Libia, come prevedibile, sta progressivamente trasformandosi nella Siria d'Africa, dopo la decisione del generale Khalifa Haftar, praticamente un anno fa, di conquistare la Tripolitania.

Per riunificare, almeno di facciata, la Libia, ad Haftar manca di conquistare Tripoli, ma le milizie che controllano la capitale non sono dello stesso avviso, perché perderebbero gli introiti dal traffico di essere umani, di armi, di droga e di chi sa cos'altro...

Questa è la situazione aggiornata delle forze armate che si fronteggiano nei dintorni di Tripoli.

Le milizie di Haftar sono armate e supportate, oltre che da Emirati Arabi Uniti ed Egitto, dalla Russia che sul campo ha schierato il Gruppo Wagner, una società di contractor riconducibile ad Evgheni Prigozhin, altrimenti noto anche come lo chef di Putin per i suoi affari nel mondo del catering e la sua vicinanza al presidente russo. INoltre, Haftar può contare sulle milizie sudanesi Janjaweed, responsabili di crimini di guerra nel Darfur, e su milizie dell'opposizione ciadiana.

Tripoli, rappresentata dal governo di al Serraj ha ottenuto da alcuni mesi il supporto della Turchia, con Erdogan che ormai considera l'Africa come punto di partenza per rifondare l'impero ottomano. A differenza della Russia, la Turchia è intervenuta direttamente in Libia, ma non solo affidandosi anch'essa ad una società di contracto turca, la Sadat, oltre a diverse migliaia di combattenti, nel senso di jihadisti, reclutati in Siria dov'erano impegnati contro il regime di Bashar al Assad.

Negli ultimi scontri di questa settimana, i militari a supporto di Tripoli hanno ottenuto una serie di successi rafforzando le loro posizioni attorno alla capitale. Per questo, Haftar ha annunciato l'intenzione di voler attaccare direttamente gli "interessi" turchi in Libia.

La risposta della Turchia non si è fatta attendere, con portavoce e ministri che hanno al loro volta minacciato conseguenze inimmaginabili se ciò fosse avvenuto.

Ma, dichiarazioni a parte, giovedì il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu è volato a Mosca per incontrare il suo omologo russo Sergei Lavrov, per concordare l'ennesimo cessate il fuoco e la ripresa di negoziati.

Autore Giuseppe Serrone
Categoria Esteri
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