Parlando alla CNA, Napolitano fa propaganda per il Sì al referendum costituzionale
La CNA, Confederazione nazionale dell'Artigianato e della piccola e media impresa, compie il 70° anniversario. Alla giornata che ha segnato l'avvio delle celebrazioni erano presenti il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi e il presidente della Repubblica emerito Giorgio Napolitano. La coppia ha utilizzato l'occasione per riprendere la campagna pubblicitaria a favore del referendum confermativo per le riforme costituzionali. Dopo aver incassato l'appoggio di Confindustria, Renzi non poteva non rivolgere la sua propaganda al settore della media e piccola imprenditoria che rappresenta la maggior parte del mondo produttivo italiano. E così, il ministro Boschi ed il presidente emerito Napolitano hanno colto l'occasione per fare campagna a favore del Sì.
Maria Elena Boschi: «La riforma costituzionale diventa centrale perché consente di fare tutte le altre riforme, perché avendo un sistema più semplice e garantendo una maggiore stabilità politica consente di affrontare le altre riforme con il tempo sufficiente per attuarle e svilupparle.
Mettere il referendum costituzionale al centro dell'azione del governo non è stato un vezzo che qualcuno potrebbe definire masochistico: siamo di fronte a un bivio, una scelta importante. Da queste riforme passa gran parte dello sviluppo economico del nostro paese, della credibilità internazionale».
Questo è quanto ha dichiarato Napolitano: «Auspico con tutte le mie forze e tutta la mia convinzione che la grande maggioranza dei cittadini chiamati a votare il referendum confermativo della riforma costituzionale non faccia ancora una volta finire nel nulla gli sforzi che sono stati messi in atto in due anni di grandissima fatica in Parlamento e di forte impegno a sollecitare un interesse del paese che mi pare si stia attivando».
Naturalmente, gli appelli dei due politici non potevano non essere rilanciati dal presidente della CNA Daniele Vaccarino: «Senza un radicale processo di riforma e di modernizzazione dei sistemi in cui è organizzata la nostra vita economica e sociale e delle nostre istituzioni, l'Italia è destinata al declino. Proprio per questo riteniamo molto importante non solo che le riforme vengano approvate ma soprattutto che vengano attuate efficacemente. Sappiamo per averlo visto tante volte nel passato quanto sia facile scivolare nel fondo delle occasioni mancate.
È proprio alla luce di queste ragioni che riteniamo si debba guardare la proposta di riforma costituzionale, su cui in autunno saremo chiamati ad esprimerci, nei suoi validi obiettivi di fondo, andando oltre i singoli specifici aspetti, su cui naturalmente si possono avere pareri difformi».
Insomma, potrà anche esser fatta con i piedi, ma va comunque votata! Oltre alle valutazioni che si possono dare alle parole del presidente della CNA, tralasciando quelle sul ministro Boschi che non poteva che sostenere la riforma che porta il suo nome, sorprende l'attivismo politico dell'ex presidente Napolitano.
Per tradizione, anche se in molte occasioni i senatori a vita non si sono astenuti dal votare leggi discusse e contrastate, gli ex presidenti della Repubblica, in quanto ex arbitri, generalmente non avevano esercitato un ruolo così attivo nella politica esponendosi a favore o contro leggi di tale portata e così discusse sotto tutti i punti di vista.
Criticato per il suo ruolo di protagonista attivo nella politica italiana, specialmente nella seconda parte del suo mandato, Napolitano sta continuando ad agire per confermare in toto il giudizio, per molti negativo, di quella sua scelta. Il perché lo faccia nessuno lo ha ancora capito, considerando soprattutto che con questa riforma costituzionale così arruffata, che deve essere confermata dal voto dei cittadini, non può essere certo il bene del paese a motivare il suo comportamento.