Cronaca
Capoterra non è più una cittadina tranquilla: un uomo di 56 anni è stato ucciso a calci e pugni per uno spinello nei pressi del parco, con i passanti che hanno assistito in diretta al brutale omicidio, avvenuto verso le 17.
Anche a Cagliari la situazione per ciò che riguarda la sicurezza non è tra le migliori. Soprattutto nei pressi della zona del porto e nel quartiere della Marina, dove ad una certa ora è meglio non avventurarsi da soli, soprattutto si è donne. Furti, scippi e rapine ad opera di migranti - soprattutto algerini - sono stati denunciati più volte dai negozianti nel mese di ottobre.
La Polizia interviene ma fa quello che può perchè ormai da anni mancano gli uomini per fronteggiare l'emergenza criminalità. "E' allarme sicurezza", come denuncia Luca Agati, Segretario Provinciale del SAP di Cagliari: "L’omicidio di Capoterra riaccendere le luci sull’allarme sicurezza a Cagliari. Il problema alla base sta nella carenza degli organici delle forze dell’ordine, lo ripetiamo da tempo, devono essere mandati più poliziotti a Cagliari e provincia poiché c'è un concreto mutamento delle dinamiche legate alla sicurezza.
Siamo in periodo di campagna elettorale ed è ora che le forze politiche guardino con interesse e concretezza questa delicata tematica. Abbiamo uffici in grave deficienza ed un apparato che fatica a contrastare una criminalità sempre più violenta e spregiudicata, basti pensare al 30% di organico in meno di quanto previsto e la perdita di 120 poliziotti in sei anni, ci sono tratti di provincia completamente sguarniti dalla presenza di forze dell’ordine in virtù dei tagli lineari che hanno decapitato il sistema.
Questi episodi di violenza non possono rimanere celati dietro una cortina di silenzio e trattati come fatti di cronaca a sé stanti, il problema c’è e va affrontato con competenza e serietà, Cagliari non è più quella città serena e tranquilla di un tempo."
L'ennesima denuncia di una situazione che diventa ogni giorno sempre più insostenibile, scandalosa, drammatica mentre chi di competenza non si decide ad affrontarla una volta per tutte. Una sola domanda: perché?