La Scelta Civica di includere Verdini diventa farsa. Zanetti lascia il gruppo alla Camera
Le trame di Renzi per assicurare al Governo e a se stesso una maggioranza che gli consenta di concludere la legislatura senza troppe difficiltà, referendum permettendo, non hanno termine.
L'ultima novità è stata pubblicata su Il Fatto ed è relativa ad una indiscrezione di quanto è accaduto in Scelta Civica, il partito ideato e abbandonato da Mario Monti. Adesso, ne è diventato segretario Enrico Zanetti, che nel Governo Renzi ha l'incarico di viceministro dell'Economia.
Ieri, c'è stata una riunione della direzione del partito. L'argomento principale della discussione, introdotto e caldeggiato da Zanetti, era di far confluire il gruppo di Verdini, Ala, dentro Scelta Civica. In tal modo si sarebbe ottenuta la quadratura del cerchio: Verdini sarebbe entrato a far parte della maggioranza a tutti gli effetti e Scelta Civica avrebbe ottenuto la rappresentanza al Senato, cosa che adesso non ha. Ma la direzione del partito ha detto che non se ne faceva di niente.
Successivamente, a Montecitorio si è svolta anche l'assemblea del gruppo parlamentare di Scelta Civica, composto da 20 deputati. La riunione era dedicata al rinnovo del direttivo. A questo punto, le conseguenze della precedente manovra a favore di Verdini si fanno subito sentire e Zanetti si è trovato in minoranza sui nomi da lui proposti. Stamani, dopo aver riflettuto sull'accaduto, Zanetti ha abbandonato il gruppo del partito di cui è segretario per approdare, insieme ad altri tre ex di Scelta Civica al gruppo misto.
Un paradosso. Non si ricorda che sia mai accaduto prima che il segretario di un partito abbandoni il gruppo parlamentare della camera in cui è stato eletto. Ma quello che doveva essere una specie di colpo di genio per rafforzare la maggioranza si è rivelato l'esatto opposto.
In questo momento, al Governo c'è un viceministro che non ha il supporto politico del suo gruppo parlamentare, mentre i verdiniani continuano a trovarsi in una terra di mezzo, sostenendo (finora) il Governo al Senato senza avere ancora ottenuto in cambio alcuna contropartita ed alcun riconoscimento ufficiale.