Esteri

Il colloquio tra Netanyahu e Zelensky ovvero come barattare democrazia, libertà e diritti umani in funzione dei propri interessi

La notizia seguente è utile per ricordarci l'incoerenza e l'ipocrisia che governano la politica, a tutti i livelli, sia quella che riguarda le questioni interne che quella che riguarda le questioni internazionali.

Lo scorso  novembre, la IV Commissione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite aveva sei progetti di risoluzione, tra questi anche la richiesta di chiedere un parere alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia sull'occupazione israeliana.

Il precedente governo israeliano, nonostante avesse ribadito che riteneva quel parere inutile e che comunque non avrebbe riconosciuto qualunque decisione della CIG, ha iniziato un lavoro diplomatico capillare per ottenere quanti più voti possibile perché non venisse approvato. Lo stesso ha fatto il premier Netanyahu, entrato in carica da pochi giorni.

Così prima della votazione che si è tenuta ieri, il premier israeliano ha chiamato il presidente ucraino Zelensky e gli ha chiesto che il suo rappresentante all'Onu votasse contro il parere.

In un tweet Zelensky ha riassunto il colloquio dicendo di aver "discusso della cooperazione bilaterale tra i nostri Stati, anche nella sfera della sicurezza e dell'interazione su piattaforme internazionali"... al di là di cosa possa significare!

In realtà, secondo una fonte giornalistica israeliana che ha parlato sia con funzionari israeliani che ucraini, Netanyahu ha chiesto a Zelensky di votare contro la misura. Zelensky, da parte sua, voleva in cambio da Netanyahu la rassicurazione che Israele fornisse a Kiev il suo sistema di difesa aerea. Netanyahu non ha preso alcun impegno in tal senso, perché ha un patto con la Russia, che consente all'aviazione israeliana di effettuare raid aerei nella Siria. L'Ucraina, così, non ha votato contro la risoluzione, ma non ha votato neppure a favore... il suo rappresentante era assente.

In precedenza, durante i lavori in Commissione, Kiev aveva votato a favore della risoluzione, con conseguenti tensioni diplomatiche tra i due Paesi.

La risoluzione è comunque stata approvata con 87 voti favorevoli, 26 contrari e 53 astenuti. 

La risoluzione invita la CGI  (da non confondere con la Corte Penale Internazionale) a "rendere urgentemente un parere consultivo" sulla "prolungata occupazione, sugli insediamenti e le annessioni ad Israele del territorio palestinese".
 
Chiede inoltre un'indagine sulle misure israeliane "volte ad alterare la composizione demografica, il carattere e lo status della Città Santa di Gerusalemme" e afferma che Israele ha adottato "norme e misure discriminatorie".

Infine,  chiede alla Corte di valutare il conflitto in conformità con il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite.

Netanyahu ha commentato il voto definendolo spregevole:

"Come centinaia di decisioni controverse contro Israele prese dall'UNGA nel corso degli anni, la spregevole decisione di oggi non vincolerà il governo israeliano. La nazione ebraica non è un occupante nella propria terra e nella propria capitale eterna, Gerusalemme... nessuna decisione delle Nazioni Unite può distorcere i fatti della storia. ... Continueremo a lottare per la verità".

Qual è la morale che ci consegna questa notizia? 

A parte la cieca e vomitevole arroganza di Netanyahu e delle istituzioni israeliane cui siamo abituati da decenni, è da sottolineare la "coerenza" di Zelensky che pretende che il mondo lotti contro la Russia che ha invaso l'Ucraina, mentre se ne frega di quanto fa Israele (Paese invasore) in Palestina, purché gli fornisca le armi necessarie alla propria difesa.

Non è nuovo il presidente ucraino a tali scelte, visto che celebra la Turchia del dittatore Erdogan come suo migliore alleato, anche in questo caso fregandosene del fatto che l'esercito di Ankara faccia con i curdi quello che i russi cercano di fare in Ucraina... anche se c'è una differenza sostanziale: nessuno aiuta i curdi a difendersi, lasciando che vengano massacrati.

Quindi, per favore, quando si parla della guerra in Ucraina, è necessario utilizzare argomenti come democrazia, libertà e diritti umani con molta prudenza.

Autore Giuseppe Ballerini
Categoria Esteri
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