I media iraniani hanno riportato una dichiarazione del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) che ha descritto così il suo ultimo attacco contro Israele, registrato nella mattinata di lunedì:
"Questa ondata è stata condotta con operazioni combinate di missili e droni, utilizzando missili a combustibile solido e liquido e impiegando tattiche speciali per penetrare gli strati dello scudo di difesa aerea israeliano", ha riferito l'agenzia di stampa Tasnim, citando l'IRGC. "Finora sono stati registrati attacchi missilistici in cinque località nelle città di Safad, Tel Aviv, Ashkelon, Ashdod e Beisan".
Secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Ynet News, citando l'esercito israeliano, l'Iran ha lanciato otto missili in quattro raffiche nel primo round di attacchi nell'ultima ora. L'esercito ha intercettato la maggior parte dei missili, ma uno di essi è atterrato nei pressi di una struttura strategica della Israel Electric Company (IEC), nella parte meridionale del Paese, causato l'interruzione dell'elettricità nella zona.
Oltre agli attacchi iraniani sono da riportare anche gli attacchi dell'aviazione israeliana che in precedenza aveva colpito sei aeroporti in tutta la nazione e che nell'ultimo round ha preso di mira Teheran e dintorni.
Continuano a far discutere gli attacchi sui siti nucleari di Natanz, Isfahan e Fordow.
Il direttore generale dell'AIEA, Rafael Grossi, in un aggiornamento sulla situazione relativa ai siti colpiti dagli attacchi statunitensi nella riunione di emergenza del consiglio dei governatori dell'AIEA, ha affermato che "nel sito di Fordow sono ora visibili dei crateri... che indicano l'uso di munizioni penetranti nel suolo". Sebbene "nessuno, inclusa l'AIEA, sia in grado di valutare appieno i danni sotterranei di Fordow", ha affermato che si prevede che saranno "molto significativi". Ciò è dovuto "al carico esplosivo utilizzato e alla natura estremamente sensibile alle vibrazioni delle centrifughe", ha aggiunto.
In merito a Isfahan, ha detto che gli attacchi hanno colpito diversi edifici, tra cui alcuni "legati al processo di conversione dell'uranio". Anche gli ingressi dei tunnel utilizzati per immagazzinare il materiale arricchito sembrano essere stati colpiti, ha aggiunto. A Natanz, gli Stati Uniti hanno colpito l'impianto di arricchimento dell'uranio.
Grossi ha poi aggiunto che gli ispettori dell'AIEA sono pronti a controllare le strutture prese di mira e che "gli attacchi armati contro gli impianti nucleari non dovrebbero mai aver luogo", perché possono causare radiazioni che potrebbero estendersi oltre i confini dello Stato preso di mira, ha affermato. "Pertanto, invito nuovamente alla massima moderazione. L'escalation militare non solo minaccia vite umane, ma ci impedisce anche di intraprendere la via diplomatica.
"Per ottenere la garanzia a lungo termine che l'Iran non acquisisca un'arma nucleare... dobbiamo tornare ai negoziati. Se la via diplomatica fallisce, violenza e distruzione potrebbero raggiungere livelli inimmaginabili. Sono pronto a partire immediatamente per l'Iran. Dobbiamo continuare a lavorare insieme nonostante le differenze esistenti."
Quella di Grossi, però, sembra ormai essere un pia illusione. Infatti, il presidente del Parlamento iraniano, questo lunedì, ha affermato che il Parlamento sta valutando un disegno di legge per sospendere la cooperazione di Teheran con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica in risposta alla condotta dell'agenzia delle Nazioni Unite. Intervenendo durante la seduta di lunedì, Mohammad Baqer Qalibaf ha ribadito la natura pacifica del programma nucleare iraniano.
Facendo riferimento a un decreto religioso emesso dal leader della Rivoluzione islamica sulla messa al bando delle armi nucleari, il presidente del Parlamento ha affermato: "L'Iran non ha in programma attività non pacifiche, ma il mondo ha visto chiaramente che l'AIEA non ha onorato nessuno dei suoi impegni e si è trasformata in uno strumento politico".
Così il Parlamento iraniano sta valutando l'approvazione di un disegno di legge sulla sospensione della cooperazione dell'Iran con l'AIEA finché a Teheran non verranno fornite garanzie concrete sulla condotta dell'agenzia nucleare delle Nazioni Unite, ha affermato Qalibaf.
Denunciando gli attacchi militari statunitensi contro i siti nucleari iraniani come una dichiarazione di impegno diretto americano in una guerra contro l'Iran a seguito del fallimento del regime israeliano, il presidente del Parlamento ha affermato: "Sebbene consideriamo questo attacco (americano) come il risultato del fallimento strategico del regime israeliano nel raggiungere i suoi obiettivi, non lo tollereremo. Daremo sicuramente una risposta che farà pentire il giocatore d'azzardo Trump di aver compiuto un atto di aggressione contro il nostro caro Paese".
Non solo. Il prossimo passo del Parlamento sarà quello di discutere la chiusura dello Stretto di Hormuz con l'Iran che decideranno quali navi container (contenenti gas e petrolio) potranno o meno transitare. Qualche "idiota" ha parlato di suicidio economico di Teheran... ma quello che si prospetta è un problema economico enorme per gli Stati occidentali e arabi che supportano Israele. Infatti, perché Teheran - ad esempio - dovrebbe impedire la fornitura del suo petrolio alla Cina o all'India?
Sul conflitto in corso è intervenuta anche Narges Mohammadi, sostenitrice iraniana dei diritti umani e premio Nobel per la pace 2023, che in un breve messaggio pubblicato su X, ha ricordato ai criminali Donald Trump e Benjamin Netanyahu che "la guerra non porta mai la democrazia... Netanyahu ci sta portando all'inferno promettendoci la libertà", aggiungendo che "non crede che le bombe statunitensi possano liberare il popolo iraniano".