Anche per "Disloyal: a memoir" la Casa Bianca si è mossa per impedirne la pubblicazione, ma senza successo. In fondo, si può capirne il motivo. 

Infatti, nelle 432 pagine del libro pubblicato da Skyhorse Publishing, l'ex avvocato e consigliere di Donald Trump, Michael Cohen, definisce il presidente degli Stati Uniti "un imbroglione, un bugiardo, un prepotente, un razzista, un predatore, un truffatore" con la mentalità di un "boss mafioso".

Non è certo un quadro lusinghiero quello da lui disegnato per descrivere Trump, ma è comunque perfettamente in linea con ciò che Trump fa e dichiara giornalmente, oltre che corrispondente a ciò che altri prima di lui hanno scritto sull'attuale presidente degli Stati Uniti.
 
I fatti riportati nel libro sono esclusivi, mai usciti su giornali, social media o tv, frutto della testimonianza di una persona che ha lavorato per Trump, 24 ore su 24, per oltre un decennio. 

Per questo Cohen ha potuto riferire nel libro le invettive razziste di Trump contro Barack Obama, Nelson Mandela e in generale le persone nere e ispaniche, così come le crudeltà, le umiliazioni e gli abusi che ha rivolto alla famiglia e alle persone che lo circondavano. 

Cohen, citando diverse circostanze di cui è stato co-protgaonista, dimostra l'inesorabile volontà di Trump di mentire, esagerare, fuorviare, manipolare, svelandosi come un uomo senza principi, disposto a tutto pur di arrivare ad ottenere ciò che si è prefissato.

I Paesi governati da persone di colore per Trump sono uno... schifo (a dire il vero la dichiarazione originale è un po' più "decisa": «Tell me one country run by a black person that isn't a shithole».)

Ed anche gli ispanici non fanno parte delle persone gradite a Trump: «Non avrò mai il voto ispanico. Come i neri, sono troppo stupidi per votare per Trump. Non sono la mia gente».

Non solo, pure gli evangelici, suoi accaniti sostenitori, sono derisi da Trump. Cohen, infatti, ricorda che dopo aver incontrato i principali predicatori evangelici alla Trump Tower poco dopo aver vinto le elezioni, Trump si è rivolto a lui e ha detto: "Riesci a credere che le persone credano che [imprecazione]?"

Invece, tutt'altra musica quella di Donald Trump per il presidente russo Vladimir Putin, ammirato per aver saputo conquistare un'intera nazione ed averla gestita come se fosse la sua azienda personale.

Nel 2016, Cohen versò una somma di denaro alla pornostar Stormy Daniels, perché non rivelasse di aver avuto una relazione con Trump. Quel pagamento, che è stato effettuato in violazione delle norme che regolano i finanziamenti durante un campagna elettorale, è stato uno dei reati che hanno mandato Cohen in carcere, nonostante abbia ripetutamente affermato di aver agito per ordine del presidente, fatto che però Trump ha sempre negato.

Nel 2018, Cohen è stato messo in prigione per evasione fiscale, false dichiarazioni e violazione del finanziamento elettorale. Radiato dall'albo degli avvocati, sta attualmente scontando agli arresti domiciliari nella sua casa di New York il resto della condanna a tre anni di reclusione, dopo esser stato rilasciato dalla prigione in cui era detenuto a causa della pandemia. 

La portavoce della Casa Bianca, Kayleigh McEnany, ha rilasciato una dichiarazione accusando Cohen di mentire: "Cohen è un criminale caduto in disgrazia e un avvocato radiato dall'albo, che ha mentito al Congresso. Ha perso ogni credibilità e non sorprende vedere il suo ultimo tentativo di trarre profitto dalle sue bugie".