Da Totò a Mussolini, dal "chi si ferma è perduto" al "tanti nemici...", per finire poi con un semplice "sono davvero arrabbiato". Il venerdì social di Salvini ci racconta ciò che sarà il prossimo governo, oltre alle difficoltà per farlo nascere legate ai dubbi di Mattarella - secondo quanto riportano i bene informati visto che di dichiarazioni ufficiali non ne sono state fatte - di accettare Savona, indicato dalla Lega, come ministro dell'Economia.

Ma non sarà la nomina di un ministro dell'Economia diverso ad impedire la nascita di questo governo e neppure l'opposizione del senatore semplice di Scandicci che è di nuovo venuto meno alla sua promessa di tacere per i prossimi mesi... ma per lui mentire è la sua ragione di vita.

Matteo Renzi ha già iniziato la propria personale campagna di opposizione, a cui il suo personale partito dovrà adeguarsi, affermando che a causa di Salvini e Di Maio, fin "dai prossimi giorni i mutui per le famiglie costeranno di più, l'accesso al credito per le piccole imprese sarà più difficile e pagheremo di più gli interessi sul debito pubblico."

Chi è il colpevole di tutto questo secondo Renzi? "Non c'è nessun complotto, non guardate Bruxelles, non è colpa dei mercati finanziari. Il responsabile ha sempre un nome, in questo caso due cognomi: Salvini e Di Maio."

In pratica, quella del senatore semplice, è pubblicità gratuita a Lega e 5 Stelle e presso gli elettori avrà il risultato di ottenere l'effetto contrario rispetto a quello voluto.

Quindi, chi sarà a far venir meno l'alleanza tra Lega e 5 Stelle, tra Salvini e Di Maio? Lo stesso contratto che l'ha sancita.

Le due forze politiche dicono che il programma di governo pattuito soddisferà al 90% le promesse elettorali di entrambi. Possibile? Se così fosse, il programma dei 5 Stelle avrebbe dovuto essere simile a quello del centrodestra e avrebbe incontrato le preferenze di Forza Italia e Fratelli d'Italia, alleati della Lega, ma che al prossimo governo però non voteranno la fiducia.

E d'altra parte come è possibile affermare un'unità di vedute tra quelle forze politiche, quando il motore del programma del centrodestra era di stampo liberista con la flat tax, mentre quello dei 5 Stelle aveva sposato un modello keynesiano con il reddito di cittadinanza?

E questa differenza nelle fondamenta verrebbe risolta con l'approvare sia la flat tax che il reddito di cittadinanza? Ammettiamo che sia così, anche se le risorse finanziarie potranno causare le prime difficoltà. Ed anche per tale motivo, quale dei due provvedimenti sarà messo in atto per primo? Ancora non è stato detto e neppure ipotizzato, ma non è cosa di poco conto. Infatti, risorse permettendo, Salvini e Di Maio spingeranno perché le proprie bandiere elettorali siano approvate il prima possibile.

E alle due sopra citate se ne possono aggiungere altre che riguardano migranti, sicurezza, acqua pubblica...

Ma poi la maggioranza di governo, pur ipotizzando che riesca a superare le difficoltà e gli ostacoli che si troverà a dover affrontare nel far approvare, ognuna, le leggi più in evidenza dei loro rispettivi programmi, dovrà comunque confrontarsi con tutti gli altri punti del programma che sono indicati come inappellabili, ma che nella realtà possono essere interpretati in modi diversi, se non addirittura opposti. Un esempio su tutti è il passaggio relativo alla Tav in Val di Susa che per Di Maio e Salvini ha due interpretazioni completamente diverse.

E come dovrebbero essere superate le diverse interpretazioni di tali punti che si accavalleranno a tranelli e ostacoli da imputare a Europa, mercati, coperture finanziarie, propaganda delle opposizioni? Con la convocazione in stato permanente della commissione che dovrebbe interpretare e risolvere i nodi del programma per dire al governo come comportarsi di conseguenza?

Anche Lega e 5 Stelle capirebbero che sarebbe ridicolo. Quindi, entro un anno o al massimo due, il governo che sta per nascere imploderà e, probabilmente, andremo di nuovo a votare, quasi sicuramente con l'attuale ridicola legge elettorale o forse con una diversa che, con molta probabilità, sarà però fatta per evitare che un elettore abbia la possibilità di scegliersi il proprio candidato.

E tutto inizierà da principio... nuovamente.