Il gruppo da battaglia della Marina Militare americana che fa capo alla portaerei Carl Vinson, una classe Nimitz di stanza a San Diego, da Singapore è in rotta verso Nord, destinazione Corea. Lo ha detto, non ufficialmente, all'agenzia Reuters un funzionario americano che ha voluto mantenere l'anonimato.
Un gruppo da battaglia è costituito da una flotta di navi e sottomarini a supporto di una portaerei. Quindi, la Carl Vinson, dovrebbe essere accompagnata nella missione da 2 incrociatori lanciamissili, in genere della classe Ticonderoga equipaggiati con missili Tomahawk con capacità di attacco a lungo raggio, 2 cacciatorpediniere lanciamissili, di solito di classe Arleigh-Burke usati principalmente per scongiurare attacchi dall'aria (AAW) od attacchi sottomarini (ASW), 2 fregate, della classe Oliver Hazard Perry usate per la guerra anti-sottomarini (ASW), 2 sottomarini d'attacco classe Los Angeles, utilizzati in supporto alla ricerca e distruzione di naviglio ostile navigante sopra e sotto la superficie, 1 nave appoggio per rifornimenti delle classi Sacramento o Supply ed eventualmente una nave porta munizioni e una o più petroliere.
Un portavoce della Terza Flotta della Marina statunitense, in una dichiarazione ufficiale ha confermato che il gruppo da battaglia è in rotta verso nord, mentre in precedenza avrebbe dovuto dirigersi in Australia.
Il 15 aprile, in Corea del Nord si celebra l'anniversario del presidente che ha fondato il paese, nella ricorrenza che è statta chiamata Giornata del Sole. Molti ritengono che in questa occasione possa avvenire il test di un missile balistico intercontinentale, annunciato più volte come imminente sia dal leader Kim Jong che da alcuni dei suoi funzionari.
Nel vertice avvenuto in Florida nei giorni scorsi tra Donald Trump e Xi Jinping, il presidente americano ha invitato il suo omologo cinese a fare pressioni sulla Corea del Nord perché interrompa i propri programmi missilistici e nucleari.
Come alternativa, gli USA stanno valutando la via di ulteriori sanzioni oppure quella dell'intervento militare. Il gruppo da battaglia inviato verso la penisola coreana è un messaggio piuttosto chiaro.
Da parte sua, in una dichiarazone ufficiale, la Corea del Nord aveva definito come imperdonabile atto di aggressione l'intervento militare americano su una base aerea della Siria, a giustificazione che la scelta di intraprendere i propri test missilistici e di puntare sull'armamento nucleare è quanto mai corretta e motivata.
Quindi, dopo la crisi siriana, di cui sono ancora da valutare le conseguenze, Trump sta aprendo un altro fronte in Corea, che potrebbe avere conseguenze ancora più pericolose.
L'attivismo all'estero delle forze militari americane non sembra coincidere con quanto Trump aveva dichiarato durante la sua campagna elettorale, dove aveva fatto capire che le forze armate avrebbero difeso gli interessi americani in prossimità dei propri confini. Finora sta accadendo l'esatto contrario. Probabilmente, Trump, con queste scelte, cerca di nascondere le difficoltà che hanno caratterizzato le sue scelte di politica interna.