"Sono felice, soprattutto per mia moglie e i miei figli. Io sono abituato alle strumentalizzazioni politiche, loro no, e la cosa che più mi ha rammaricato è che loro soffrissero. Abbiamo trascorso momenti difficili, combattuto un nemico invisibile, infido e non annunciato.Ho fatto tutto quello che potevo per tutelare i miei cittadini, senza avere istruzioni da seguire. Passato notti insonni, con un unico obiettivo: riuscire a sconfiggere il virus. Sono stato accusato, infamato, oggetto di critiche strumentali che il tempo galantuomo ha smontato.Con la sentenza di oggi si chiude un capitolo personale che ristabilisce la verità delle cose".

Così il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, ha accolto il proscioglimento da qualsiasi accusa nella vicenda camici. 

All'esultanza di Fontana, ha fatto eco quella di Salvini, che ha chiesto le scuse della sinistra:

"Grande gioia: dopo mesi di fango e bugie sono stati restituiti onore e dignità ad Attilio Fontana, alla Lega, alla Regione e a tutti i cittadini lombardi. Siamo ancora più determinati a lavorare per il bene del territorio e aspettiamo le scuse di tutti quegli esponenti di sinistra che per troppo tempo hanno insultato e oltraggiato una persona perbene, la Lega e le istituzioni lombarde".

Queste cono state le scuse del segretario regionale PD, Vinicio Peluffo e del capogruppo dem alla regione Lombardia, Fabio Pizzul:

"Il Tribunale di Milano ha prosciolto Fontana per l'imbarazzante vicenda dei camici, mettendo la parola fine sulla vicenda giudiziaria. La vicenda politica, invece, non può chiudersi qui e noi continuiamo a ribadire i motivi che ci avevano spinto a presentare una mozione di sfiducia in aula quando la vicenda era venuta a galla: Fontana è inadeguato a fare il presidente della nostra Regione! Per noi Fontana era inadeguato prima, è inadeguato adesso e continuerà ad esserlo anche domani". 

La trasmissione Report ha più volte ricordato la vicenda camici facendo conoscere ai lombardi  e al resto degli italiani, tramite testimonianze e dichiarazioni, che i suoi protagonisti (il presidente della regione Fontana, la moglie e il genero) non sarebbero vittime di un qui pro quo legato ad una donazione al tempo della Covid, quanto gli artefici di un'affannata rincorsa al tentativo di far passare come donazione una fornitura alla Regione da parte dell'azienda di famiglia, fornitura che forse avrebbe dovuto essere assegnata tramite gara e non direttamente.

Fa piacere sapere che Fontana non debba esser processato e non debba rischiare alcuna condanna. Quello che però in Italia non sembra ancor esser stato compreso dai politici è che non c'è bisogno di una inchiesta della magistratura o della sentenza di un tribunale per giudicare il loro  operato. Se facessero riferimento a coerenza ed etica, qualsiasi politico potrebbe fare, in qualsiasi momento, un bilancio del proprio operato e decidere di dimettersi... al di là di qualsiasi indagine.


Crediti immagine: PD Lombardia