Il "compagno" De Luca sta diventando sempre più simpatico, non più tanto per il termine con cui ha sintetizzato il suo giudizio politico di Giorgia Meloni, ma per il fatto che tutti o quasi si sono scagliati contro di lui, utilizzando il "fuori onda" per dimenticare e oscurare i motivi della sua protesta.

Un conformismo mediatico che ha contagiato non solo i politici, ma anche i giornalisti che, da bravi servitori del conformismo alimentato dalla convenienza, si sono subito precipitati ad arruolarsi tra le fila di coloro che hanno condannato come cosa gravissimo dare della stronza a Giorgia Meloni.

L'aspetto indecente della vicenda è che la quasi totalità di coloro che, per tale motivo, si stracciano le vesti in pubblico per rafforzare la condanna nei confronti di De Luca, in privato - quasi sicuramente - di Meloni dicono la stessa identica cosa.  Perché ricordarlo? Perché il presidente della regione Campania ha espresso tale giudizio sulla premier in privato, dialogando in privato... non è stato lui a rubare la conversazione e a diffonderne il contenuto in rete. 

Adesso viene fatto passare per un appestato per aver definito stronza una che pubblicamente, senza che lui fosse presente, lo aveva definito un povero incapace. Incredibile!

E ancor più incredibile è il fatto che adesso nessuno ricorda il labiale di Meloni nl giorno del voto di fiducia del suo governo alla Camera, quando definì Giuseppe Conte - che l'aveva svergognata per essere stata contraria al PNRR - con un labiale che tutti hanno interpretato con le parole "che merda".

E allora, visto che il nome di De Luca adesso è, sulla lavagna, il primo nome della lista dei cattivi, è giusto e doveroso ricordarne la protesta, con le sue stesse parole:

"Sblocco dei fondi Fsc per il Sud, per i Comuni, per le infrastrutture, per i Campi Flegrei, per la cultura. Chiederemo un incontro al Presidente della Repubblica. Chiederemo di essere ricevuti con una delegazione di sindaci per spiegare le ragioni di questa battaglia".
 E se queste non sono sufficienti, allora guardate il video dal Teatro Sannazaro di Napoli, dove De Luca ha spiegato la sua battaglia per i Fondi Sviluppo e Coesione, che il governo tiene bloccati da un anno e mezzo:

"Chi governa non può monopolizzare le risorse per ricattare i cittadini, ci sono delle regole fondamentali in una vita democratica. Il potere è rispettare i diversi ruoli istituzionali. Lo scontro che abbiamo con il governo non è fra maggioranza e opposizione, fra Nord e Sud, ma è per il carattere della democrazia: in Italia stiamo perdendo le regole fondamentali. Di fronte a questo atteggiamento, la nostra risposta è semplice: la dignità del Sud, della Campania, di Napoli non è in vendita"...

¡Que viva Vicente!