Un Paese senza una classe dirigente è un Paese senza futuro
La locuzione classe dirigente si riferisce alla classe sociale che domina le strutture politiche, economiche, sociali e culturali di una nazione.
In Italia, non esiste una classe dirigente politica... e si vede.
Anche se con tutti i difetti possibili e immaginabili, una classe dirigente politica in Italia è esistita... fino a Mani Pulite. Quell'inchiesta, giusta e sacrosanta, l'ha spazzata via.
La contrapposizione Usa Urss aveva impedito in Italia un ricambio dei partiti al potere, favorendo così la corruzione, sia in ambito locale, dove governava il PCI, che nazionale, dove governava la DC.
Niente di cui andar fieri, beninteso. Però in quel periodo i partiti formavano le nuove leve di una classe dirigente che permetteva un ricambio generazionale, e che aveva, giusta o sbagliata che fosse, anche un'idea di Paese. Non tutti coloro che appartenevano a quella classe dirigente erano ladri, molte erano le persone preparate.
Mani Pulite ha spazzato via quella classe dirigente ed il ricambio generazionale, consegnando l'Italia nelle mani di taumaturghi che, di volta in volta, hanno cercato di prendere le redini del Paese promettendo ciò che la gente voleva sentirsi dire. Quindi, favori e regalie hanno preso il sopravvento su progetti e soluzioni, a medio e lungo termine.
Contemporaneamente, i partiti sono stati trasformati in strutture burocratiche di supporto al taumaturgo di turno ed hanno perso qualsiasi funzione di controllo democratico al loro interno e di rappresentanza delle classi sociali. Le elezioni politiche si sono così trasformate in una sorta di campionato di calcio dove bisogna conquistare più voti del concorrente per vincere! Come se in palio vi fosse lo scudetto. La rappresentanza? Un concetto obsoleto, oggi addirittura sconosciuto.
I media sono venuti meno alla loro funzione di "cani da guardia", assecondando il taumaturgo che più era confacente al loro interesse in cambio della loro sopravvivenza, anche se in alcuni casi anche queste promesse sono venute meno.
Nell'ultimo quarto di secolo qual è stato l'unico grande progetto strutturale del Paese? L'entrata nell'euro! E ci siamo entrati dimenticandoci di cambiare la struttura produttiva dell'Italia basata sulla piccola impresa che aveva prosperato anche, se non soprattutto, sulla svalutazione della lira e che, di colpo, si è trovata a fare i conti con aziende concorrenti abituate a fare utili, pur lavorando con margini di guadagno ristrettissimi. A questo va aggiunto il WTO, la Cina, gli altri Paesi emergenti... È stata un ecatombe per il nostro sistema produttivo, in parte mascherata e in parte ingigantita dalle crisi del 2001 e del 2008.
Nel frattempo, la classe dirigente politica del Paese ha denunciato questo problema? Ha fatto qualcosa per creare nuove situazioni di sviluppo? Ha modificato la struttura del welfare? No. Non c'è stato alcun progetto che potesse rilanciare, anche in qualche settore, l'economia del Paese, rimettendola in moto. E dove, anche casualmente, vi era la possibilità che ciò potesse accadere, i taumaturgi di turno intervenivano prontamente per affossarlo, per non rischiare che potesse danneggiare interessi preesistenti e ben consolidati.
Un esempio? Gli incentivi per il fotovoltaico. Avevano provocato una corsa all'installazione dei pannelli che non era stata prevista e avevano portato a far sì che alcune aziende iniziassero anche ad investire per la loro produzione in Italia. Una domanda compressa che poteva creare delle nuove competenze che avrebbe contribuito a sviluppare l'economia in un settore che poteva non essere solo di nicchia. Prontamente quegli incentivi furono tolti, non leggermente abbassati o rivisti. Gli interessi legati al gas e al petrolio hanno prevalso.
Adesso abbiamo un nuovo governo che si promuove dicendo di voler cambiare tutto quello che è stato fatto in passato, sia nella forma che nella sostanza.
Che cosa ha fatto nei primi 45 giorni dopo essere entrato in carica? Ha dichiarato guerra a due/tremila migranti che hanno cercato di attraversare il Mediterraneo e alle Ong, disegnate come delle associazioni malavitose, che hanno avuto la colpa di non farli affogare. Contemporaneamente, ha salutato come un evento epocale una delibera della Camera che toglieva un privilegio e qualche soldo a degli ex parlamentari e ha licenziato, dopo un parto estenuante, un decreto in cui si toglie qualche adempimento burocratico alle imprese, rendendo meno conveniente le assunzioni a tempo determinato... come se quelle definite permanenti non fossero ugualmente a tempo determinato!
Anche questo decreto, che dovrà poi essere approvato dal Parlamento è stato sbandierato come rivoluzionario, anche perché contiene il divieto di pubblicizzare scommesse e giochi d'azzardo... ma solo sui contratti a venire, mentre quelli in essere potranno essere mantenuti fino alla scadenza. Così, adesso le agenzie di scommesse hanno triplicato i loro investimenti e allungato i contratti in essere prima che il decreto venisse approvato... tanto che in televisione mai come ora si vedono pubblicità per favorire il gioco d'azzardo.
A parte questo, qualcuno ha visto un'idea di un qualche progetto che possa essere definito novità e che possa essere realmente rivoluzionario? Ameno un'ipotesi di lavoro...
Facciamo un paio di esempi. Sanità pubblica. In realtà non esiste o esiste sempre meno. I taumaturghi del passato hanno pensato bene di consegnare la sanità pubblica nelle mani dei privati, firmando con loro delle convenzioni. Perché, secondo quei geni, tale politica dovrebbe essere corretta? Perché i costi sono in linea con quelli degli altri Paesi europei. Quindi, il pubblico evita di costruire ospedali e di pagar gente per mantenerli, pagando al privato solo i costi d'intervento. Una furbata? Mica tanto. Infatti, i privati, ovviamente, mantengono i costi nella media, ma ovviamente hanno tutto l'interesse nell'aumentare il numero degli interventi e delle ospedalizzazioni, anche se non necessarie. È possibile? E chi glielo vieta. Infatti, è possibile che lo Stato possa contestare se andava o non andava fatto un intervento chirurgico per un alluce valgo? Certo che no. Ma è evidente che la sanità privata convenzionata ha tutto l'interesse nell'operare un paziente a cui poteva essere sufficiente un semplice plantare!
Nel rivoluzionario governo del cambiamento che propaganda tagli di spesa e un'accurata sorveglianza sui conti, qualcuno ha sentito dire che verrà messo mano al sistema sanitario per modificarlo eliminando l'attuale assurdità che ne sta alla base? Non mi pare.
Veniamo al lavoro. Il decreto dignità dice di voler combattere il lavoro a tempo determinato. Lo stesso ministro che ha creato quel decreto dice anche che, se proprio è necessario, perché non reintrodurre i voucher? Come? Da una parte si preoccupa della precarietà del lavoro e dei diritti che non vengono riconosciuti ai lavoratori proprio per tale motivo e dall'altra dice di non essere contrario nel voler ripristinare, in agricoltura e nel turismo, i voucher che in passato hanno creato lavoro precario. E nonostante esistano dei contratti di lavoro che possono incontrare qualsiasi esigenza di flessibilità delle aziende!
Comunque, non esisteva anche la possibilità di un reddito di cittadinanza che doveva favorire chi lavoro non ne aveva? Ma allora perché questi attuali taumaturghi non fanno due più due e non promuovono, facendosi aiutare anche dalle parti sociali, un nuovo sistema di welfare che riveda i contratti di lavoro in toto, la cassa integrazione e quant'altro, integrando il reddito di cittadinanza in un sistema di tutele che possa prevedere per il Paese l'assenza totale o quasi di disoccupazione? Un progetto ambizioso? Irrealizzabile? Forse... ma almeno sarebbe comune un progetto.
Invece, dobbiamo continuare a vedere questi politici, applauditi da una popolazione ormai assuefatta all'incompetenza, promuovere se stessi e la loro propaganda con il solo fine di raggiungere e/o mantenere il potere. Nessuna idea, nessuna prospettiva e neppure, da parte degli italiani, il pur vago segno di essere stufi di tale situazione.
Può esistere un futuro per l'Italia se non c'è nessuno che riesce almeno ad immaginarlo?