Dal giugno scorso, quando il Governo si è insediato, le due forze politiche che lo supportano hanno continuato a fare propaganda elettorale. Giornalmente, ai loro sostenitori Lega e Movimento 5 Stelle hanno indicato un nemico contro cui, dicono loro, stavano combattendo per riconsegnare agli italiani i diritti, il benessere, ecc.
E così, da 8 mesi a questa parte un giorno il nemico è costituito dai migranti, un giorno dalle opposizioni, un altro giorno da un qualche rappresentante delle istituzioni che non si era ancora convertito al "cambiamento", ecc...
Con l'approssimarsi delle elezioni europee le "previdenti" forze politiche del cambiamento hanno pensato bene di allargare i loro orizzonti e di trovarsi qualche nemico in Europa, in modo da poter mettere in piedi e rabberciare dei contenuti per una campagna elettorale che potesse scaldare gli animi dei propri sostenitori.
In pratica, affidandosi solo a dei programmi, i candidati di Lega e 5 Stelle non potrebbero vincere neppure delle elezioni di condominio dove a votarli ci fossero solo i loro parenti. Per ottenere i consensi è necessario per loro scegliersi un nemico credibile per esser rivenduto come tale, per indirizzare contro di esso le insoddisfazioni degli elettori.
Salvini in Europa ha trovato la sua collocazione con i nazionalisti francesi, austriaci, polacchi, cechi, ungheresi... quindi la "sua" Lega ha un'identità da vendere e degli alleati con cui fare gruppo all'interno del Parlamento europeo. Pertanto non ha bisogno di inventarsi nulla. Per lui è sufficiente riadattare su scala europea i suoi slogan che in Italia hanno finora funzionato.
I risultati delle scorse europee per i 5 Stelle sono stati disastrosi. Questa volta, però, il Movimento non può permettersi di snobbare l'appuntamento, anche perché pensa, ingenuamente, di poter incidere sul prossimo indirizzo politico dell'Europa. Ingenuamente perché, se qualcosa cambierà, vorrà dire che l'Europa, in barba ai propri statuti, inizierà ad adottare delle politiche care all'estremismo di destra... altro che diritti!
Ma incuranti della realtà ed ubriacati dalle strategie di marketing della Casaleggio associati, i 5 Stelle continuano a perseverare per la loro strada riproponendo la strategia che in Italia li ha portati lo scorso anno a diventare il primo partito del Paese. Cogliendo al volo l'occasione della protesta dei gilet gialli, i pentastellati si sono proposti come paladini dei vari gruppi movimentisti in Europa e visto che la Francia era tra tutti i Paesi quello che mediaticamente, anche per importanza, poteva "bucare" più di altri, hanno fatto diventare Macron ed il suo Governo il nemico da sconfiggere per promuovere la loro propaganda elettorale. Così Macron è per le europee quello che il Pd è stato per le scorse politiche.
E i 5 Stelle hanno pertanto cominciato a "prendersela" con Macron iniziando con l'inventarsi che tutti i guai dell'Africa e delle migrazioni da quel continente dipendessero dal franco coloniale e poi hanno continuato con altri temi... Da ricordare inoltre che l'indicare come nemico la Francia, per i 5 Stelle è necessario anche in chiave Tav. Le conseguenze dello stop all'opera, con le ricadute economiche di cui i francesi chiederanno un lauto risarcimento, potranno così essere fatte rientrare in "ottica elettorale" ed essere utilizzate come propaganda per dimostrare quanto sia cattivo e perfido l'attuale Governo transalpino.
Il problema per Di Maio ed in parte anche per Salvini, però, è che Macron e la Francia non sono i migranti e non sono le Ong. Finora, Lega e 5 Stelle hanno usato il randello contro chi non aveva voce e non era in grado di poter replicare con le stesse armi. Così, a forza di sorrisi e di pseudo ovvietà, chi non si poteva difendere è stato disegnato come un mostro da combattere e da sconfiggere. La gente ci ha creduto e continua a crederci.
E gli stessi rappresentanti del cambiamento, tronfi dei loro successi, hanno perso il contatto con la realtà ed hanno creduto che fosse possibile applicare le stesse strategie anche al di fuori dell'Italia... addirittura nei confronti di un Paese con cui, oltretutto, facciamo degli ottimi affari, almeno a vedere i numeri della bilancia dei pagamenti.
E così la Francia, dopo aver sopportato, ha iniziato a presentare il conto al nostro Governo riportandolo alla realtà e facendogli presente che pagliacciate e mascherate, se funzionano in Italia, non funzionano all'estero. Di Maio e Salvini, nel giro di poche ore, hanno sbattuto il grugno non appena la Francia ha deciso solo di schiarirsi la voce, dimostrando così la pochezza dei nostrani e ruspanti pseudo statisti.
Il guaio è che leghisti e 5 Stelle non solo non possiedono l'intelligenza per capire i propri limiti ed i propri errori, ma neppure un minimo di furbizia per potervi riparare. Per questo si prospettano tempi bui, finché anche gli entusiasti che nel nostro Paese attualmente li sostengono non si renderanno conto, guardando nel loro portafoglio, che nulla è cambiato rispetto a prima.