Distratta dall'appuntamento delle regionali, la comunicazione del governo gestita da Lega e 5 Stelle deve aver allargato le proprie maglie consentendo a qualcuno dei ministri di questo Governo di sfuggire al rigoroso controllo imposto sulle loro apparizioni al di fuori dalle sedi istituzionali da Salvini e Di Maio.

Così, nonostante non vi siano scadenze imminenti che ne giustifichino le dichiarazioni, il ministro dell'Economia Giovanni Tria si materializza nel programma televisivo Quarta Repubblica, rilasciando le seguenti dichiarazioni.


Sulla sostenibilità dei conti.

"Questa storia della manovra correttiva è quasi una fissazione, non la capisco. Noi siamo tra la stagnazione e la recessione, cosa si intende per manovra correttiva? Più tasse e meno spesa. Mi chiedo, in una situazione come quella dell'Italia e dell'Europea, è utile? Non bisogna essere keynesiani per capire che non è il momento. Il deficit viene tenuto sotto controllo".

E pertanto non ci sarà nessun aumento dell'Iva.

"Sono tutte follie: non solo perché non ne parliamo, ma perché sarebbe sbagliato fare questo dal punto di vista della politica economica. Perché si deve fare una manovra per mettere più in difficoltà le imprese italiane?"

E per quanto riguarda le grandi opere...

"Nessuno investe in Italia se il governo cambia i patti. Non mi interessa l'analisi costi-benefici. Il problema non è la Tav, il problema è che nessuno verrà mai a investire in Italia se il Paese mostra che un governo che cambia non sta ai patti, cambia i contratti, cambia le leggi e le fa retroattive.

Se si decide di fare un investimento, non si può pensare che l’anno dopo cade il governo, ne arriva un altro e si annullano i contratti. Bisogna portare avanti l’economia italiana.

Questo è il problema, non la Tav!"