Cronaca

Palermo, Zen2: la scuola Giovanni Falcone chiude i battenti, disperazione e protesta tra genitori e studenti

Una notizia triste scuote il quartiere Zen2 di Palermo: la scuola Giovanni Falcone, uno dei simboli della lotta all’emarginazione, chiude i battenti. La decisione, comunicata dal preside con le lacrime agli occhi, è il risultato di una mancanza di fondi da parte del Comune. La scuola, abbandonata dalle istituzioni, resta priva di servizi essenziali come l’energia elettrica, e i bambini sono privati del loro diritto all’istruzione.

Il preside, costretto a firmare la chiusura definitiva, ha dichiarato pubblicamente la sua frustrazione. Davanti all’edificio, con i documenti in mano, ha espresso la sua amarezza e impotenza di fronte a una situazione che sembra non avere vie di uscita. Una comunità già fragile è ora messa ulteriormente a rischio, e i genitori sono sul piede di guerra.

In una mossa disperata, le famiglie degli alunni hanno deciso di mobilitarsi, decise a far sentire la loro voce. La richiesta è chiara: un appello accorato alle istituzioni, perché trovino i fondi necessari e riaprano le porte della scuola. I genitori, che hanno pochi mezzi per offrire alternative educative ai propri figli, non accettano di essere ignorati.

L’appuntamento è per domani mattina alle 7: una manifestazione di protesta di fronte all’edificio scolastico, che vede coinvolti genitori, studenti, e lo stesso preside. Alcuni genitori hanno promesso di incatenarsi all’ingresso della scuola, per simboleggiare il loro legame indissolubile con l’istruzione e il futuro dei loro figli. La polizia e i giornalisti sono stati avvisati, e si prevede una partecipazione significativa per sollecitare una soluzione immediata.

Questo gesto di resistenza è un grido di aiuto, ma anche una richiesta di giustizia: i cittadini chiedono alle istituzioni di “aprire il cuore” e di garantire ai loro figli ciò che è un diritto fondamentale, l’istruzione. La chiusura della scuola Falcone rappresenta una sconfitta sociale che tocca tutti e lascia una domanda aperta: chi difenderà il diritto all’istruzione dei più vulnerabili se anche le istituzioni voltano le spalle?

Autore Cristian Alaimo
Categoria Cronaca
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