Sull’isola di Torcello, non lontano da Burano, lungo la strada proveniente dal porticciolo vicino alla zona monumentale, c’è un piccolo ponte che scavalca il canale Maggiore risalente al XV secolo, costruito su un basamento risalente al milleduecento, detto Il Ponte del Diavolo a cui è legata una storia misteriosa.
Torcello fu uno dei più antichi insediamenti della Laguna di Venezia, fu l’isola dove ripararono i romani a seguito delle invasioni barbariche e ad oggi conta poche decine di abitanti ed il ponte in pietra senza parapetto è caratteristico dalla tipica architettura dei ponti veneziani.
Ma è famoso soprattutto per una storia oscura che parla di Diavoli.
Narra la leggenda che durante la dominazione austriaca a Venezia, una giovane donna si fosse innamorata di un soldato austriaco, ma dapprima gli abitanti iniziarono a disapprovare fortemente la storia, fino a che la giovane donna venne allontanata dalla famiglia, al soldato andò anche peggio, infatti venne ucciso dalla famiglia di lei, contraria a quell'unione.
La fanciulla distrutta dal dolore, si rivolse ad una maga, nota per le sue capacità di mettere in comunicazione i vivi con le anime dei morti, che le diede appuntamento sull’isola di Torcello, in un luogo isolato perfetto per i riti magici.
Il luogo preciso dell’incontro è sopra il ponte ed era la mezzanotte del 24 dicembre.
La maga invocò il Diavolo sul ponte e questi si manifestò gigantesco e spaventoso di fronte a lei, senza proferire parola, il Diavolo si sfilò da sotto la lingua una chiave d’oro e la lanciò in acqua.
Non appena la chiave toccò l’acqua, dall’altro lato del ponte apparve il giovane austriaco, la ragazza scese il ponte e raggiunse il soldato, i due innamorati si abbracciarono e si allontanarono insieme dal ponte, svanendo nella nebbia.
Come ormai è noto, il Diavolo non fa niente senza un giusto compenso, pertanto la maga gli promise che dalla settimana successiva e per i sette anni a venire, la notte della Vigilia di Natale, gli avrebbe portato l'anima di un bambino morto senza essere battezzato.
Ma la strega non poté onorare la sua parte del patto, poiché morì poco dopo, chi dice in un incendio mentre preparava una pozione, altri invece di morte naturale, comunque sia il Diavolo rimase a bocca asciutta e pare che ancora oggi, la notte del 24 dicembre ritorni al ponte sotto le sembianze di un gatto nero, nella vana illusione di ricevere le sette anime che gli spettano.
Questa indubbiamente è la leggenda più famosa e coinvolgente, ma esiste un’altra storia sull’origine del nome del ponte secondo la quale sarebbe stato il Diavolo in persona a costruirlo in una sola notte – questa versione è molto simile a quella del Ponte di Borgo a Mozzano, che abbiamo già raccontato.
Il Diavolo, infatti, volle dimostrare a tutti il suo valore e decise di costruire un ponte che fosse robusto e sena difetti, in una sola notte. Iniziò il suo lavoro alle 3.33, l’ora del Diavolo, invocò tutti i demoni che potevano essergli utili e iniziò il suo lavoro.
Purtroppo, le prime luci dell’alba lo sorpresero quando ancora il parapetto del ponte doveva essere costruito e, per non essere visto dagli umani, decise di lasciare l’opera incompiuta senza le spallette di supporto.
Un po’ meno affascinante, ma sempre degna di essere segnalata è l’ultima storia che spiegherebbe il nome del ponte di Torcello: qualcuno sostiene che “Diavoli” fosse il soprannome di una famiglia influente del posto e che questo abbia dato nome al ponte.