Esteri

Nuovi dubbi su origine naturale del virus

Gli scienziati di Wuhan stavano progettando di rilasciare coronavirus potenziati, trasportati dall’aria, nelle popolazioni di pipistrelli cinesi per inocularli contro le malattie che potrebbero saltare agli esseri umani, come le proposte di sovvenzione richieste al governo cinese (che risalgono al 2018) mostrerebbero. Questo è almeno la clamorosa scoperta che avrebbe fatto,  la giornalista scientifica Sarah Knapton che riporta in un articolo sul The telegraph, autorevole quotidiano britannico. Le ipotesi quindi sulla presunta fuga del coronavirus da un laboratorio di Wuhan sembrano  trovare nuove clamorose conferme. 

I documenti trapelati che sarebbero stati visionati dalla Knpaton,  rivelano che i ricercatori hanno richiesto 14 milioni di dollari per finanziare un progetto controverso nel 2018.

Solo 18 mesi prima che apparissero i primi casi di Covid-19, i ricercatori avrebbero presentato piani per rilasciare nanoparticelle penetranti la pelle contenenti “nuove proteine spike chimeriche” dei coronavirus di pipistrello nei pipistrelli delle grotte nello Yunnan, in Cina. Hanno anche pianificato di creare virus chimerici, geneticamente migliorati per infettare più facilmente gli esseri umani, e hanno richiesto 14 milioni di dollari alla Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa, un’agenzia governativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie per uso militare.) per finanziare il lavoro.

I documenti sono stati rilasciati da Drastic, il team di investigazione web istituito da scienziati di tutto il mondo per indagare sulle origini del Covid-19. Sempre secondo i ricercatori di Drastic sequenziando il genoma del virus, i suoi ricercatori hanno assunto prove abbastanze certe che si tratterebbe di un virus creato in laboratorio, al contrario di quello che la gran parte della comunità scientifica sostiene da mesi.

Il Telegraph, poi, ha condotto un'altra indagine, ad inizio Settembre in cui si dimostrava che  sui 27 scienziati che contestarono con una lettera sul The Lancet la teoria della fuga del coronavirus dall’Istituto di virologia della città cinese di Wuhan e ha fatto una scoperta che potrebbe essere decisiva.

Su 27 scienziati, ha svelato il Telegraph, 26 avevano avuto o avevano ancora legami con i suoi ricercatori. I firmatari della lettera contro le origini del Covid in laboratorio, quindi, potrebbero avere avuto un “conflitto di interessi”.

Nel febbraio 2020, come ricorda la testata, gli scienziati firmatari avevano “condannato con forza le teorie cospirative secondo cui il Covid-19 non ha un’origine naturale” osservando come colleghi di numerosi paesi fossero arrivati a concludere che il virus avesse origine animale.

Gli autori della lettera, tuttavia, non avevano menzionato i loro legami con il laboratorio di Wuhan e solo successivamente era emerso che il promotore della missiva era stato lo zoologo britannico Peter Daszak, presidente della EcoHealth Alliance, che finanziava le ricerche dell’Istituto di virologia nella città cinese dove è esplosa la pandemia.

In seguito, nel giugno dello scorso anno, The Lancet aveva pubblicato un chiarimento riguardante i legami tra Daszak e il laboratorio, ammettendo che non era stata fornita un’informazione di vitale importanza al momento della pubblicazione della lettera

Insomma un conflitto di interessi piuttosto chiaro, che potrebbe aprire nuovi dubbi sulla attendibilità degli scienziati stessi. D’altra parte anche la stessa Cia a Maggio aveva fatto trapelare come abbastanza probabile una possibile origine artificiale del virus, cosa che era stata ripresa anche dal virologo Fauci, che ad un precisa domanda sulla origine del virus da un animale che poi ha fatto il salto della specie ha detto che "potrebbe essere stato qualcos'altro, e dobbiamo scoprirlo. Sono perfettamente a favore di qualsiasi indagine che esamini l'origine del virus". 

Sempre il Telegraph cita una fonte anonima cinese che lavorava nel laboratorio di wuhan che afferma che “La parte spaventosa è che stavano facendo virus Mers chimerici”, ha detto la fonte. “Questi virus hanno un tasso di mortalità superiore al 30 per cento, che è almeno un ordine di grandezza più mortale della Sars-CoV-2.

“Se uno dei loro sostituti recettori facesse diffondere Mers in modo simile, pur mantenendo la sua letalità, questa pandemia sarebbe quasi apocalittica”. Insomma la questione sulla origine del virus che dato il via alla spaventosa pandemia in tutto il mondo, sono destinati probabilmente a continuare per mesi, ma difficile capire se si arriverà mai ad una definizione chiara e precisa di eventuali responsabilità del laboratorio cinese, su cui continuano ad aleggiare grandi dubbi e sospetti.

Autore Vincent Caccioppoli
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