Dopo aver preso atto che Trump, per l'ennesima volta, ha fatto uscire gli Stati Uniti dal novero delle nazioni che fanno parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, i replicanti da strapaese della Lega (Bagnai, Borghi e Salvini), ansiosi di autenticarsi come referenti per l'Italia - al posto di Meloni e di FdI - della nuova strampalata amministrazione che è entrata in carica a Washington hanno presentato alla Camera una proposta di legge per far "USCIRE dall'OMS [l'Italia], come hanno fatto gli Stati Uniti con Donald Trump. L'Italia non deve più avere a che fare con un centro di potere sovranazionale - profumatamente finanziato dai contribuenti italiani - che va a braccetto con le multinazionali del farmaco. Usiamo quei 100 milioni per sostenere i malati in Italia e finanziare i nostri ospedali e medici!"

Chi spiega ai tre saltimbanchi sopra citati che, al di là di qualsiasi altra considerazione, una nazione che esca dall'OMS dovrebbe creare o rafforzare le proprie istituzioni sanitarie nazionali per compensare la mancanza di supporto per gestire linee guida e organizzazione in caso di epidemie o altre emergenze, aumentando oltretutto i rischi di contagio non partecipando a sistemi di allerta precoce e strategie condivise?

In sostanza, i 100 milioni risparmiati dovrebbero essere comunque spesi per mettere in atto procedure simili a quelle dell'OMS e che, oltretutto, rischierebbero pure di essere meno efficaci.

Che gente simile voglia umiliare se stessa con tali assurdità è loro pieno diritto, ne hanno facoltà. Dato, però, che in base al loro incarico pubblico rappresentano anche il Paese, allora è diritto anche degli italiani chiamarli per quel che sono: pagliacci.

Il commento di Possibile:

"La proposta della Lega di seguire l'esempio degli USA uscendo dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è semplicemente una follia. La salute pubblica è globale, le malattie non conoscono confini. Senza l'OMS perderemmo l'accesso a dati essenziali su epidemie e pandemie, senza coordinamento internazionale affrontare crisi sanitarie diventerebbe drammaticamente più difficile. L'OMS garantisce distribuzione equa di vaccini e terapie. Uscirne significherebbe rischiare ritardi nell'accesso a cure salvavita e indebolire la ricerca e le linee guida che migliorano i sistemi sanitari.In Italia il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione (Art. 32). Abbandonare l'OMS comprometterebbe la lotta alle disuguaglianze sanitarie e la nostra capacità di proteggere tutti, non solo i più fortunati. Lasciare l'OMS significa perdere peso nelle decisioni globali sulla salute, lasciando che altri paesi guidino politiche che ci riguardano.La cooperazione internazionale non è un lusso, ma una necessità. Restare nell'OMS è essenziale per proteggere la salute pubblica e garantire il diritto alle cure".

Il commento di Angelo Bonelli, Verdi:

"È pura follia la proposta della Lega di Matteo Salvini di far uscire l’Italia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Una richiesta che palesemente scimmiotta l’analogo passo compiuto da Trump in questi giorni che sarebbe un grave segnale di isolamento dell'Italia a livello internazionale e dai principali organismi impegnati nella tutela della salute globale. Ma ancor più grave è il silenzio della Premier Meloni, che deve dirci se è dalla parte dell’alleato di governo o da quella della salute pubblica.L'OMS non è solo un'istituzione scientifica di riferimento, ma un baluardo nella lotta contro pandemie, malattie croniche e disuguaglianze sanitarie in Africa e nei Paesi più poveri. In mezzo alle crisi, ai conflitti, alla continua minaccia di epidemie e ai cambiamenti climatici, l’OMS ha reagito: dalle guerre a Gaza, in Sudan e in Ucraina fino a garantire l’arrivo di vaccini e forniture mediche salvavita in aree remote o pericolose, svolgendo un ruolo fondamentale di indirizzo nel rispondere all'emergenza Covid-19.La Lega dimostra ancora una volta un approccio irresponsabile, che antepone logiche ideologiche e sovraniste al benessere dei cittadini. Interrompere la nostra adesione all'Oms significa rinunciare a strumenti essenziali di coordinamento globale, scambio di conoscenze e accesso a risorse indispensabili per affrontare emergenze sanitarie".