L'11 agosto 1944, il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale si proclamò come organo legittimo di governo della città di Firenze e facendo suonare la campana della torre di Palazzo Vecchio dette ai fiorentini il segnale dell'insurrezione.
Nonostante il revisionismo becero degli ultimi vent'anni, la storia ha dimostrato con i fatti oltre che con il sangue che la liberazione dell'Italia dal nazifascismo è avvenuta anche, se non soprattutto, grazie alla lotta partigana ed al sacrificio di molti uomini e donne che hanno contribuito a rendere possibile il sogno di un'Italia democratica e repubblicana.
Quindi, logica vorrebbe che durante la cerimonia di commemorazione per il 72° anniversario della Liberazione della città di Firenze, a parlare sia anche l'ANPI in rappresentanza di chi quella giornata ha reso possibile.
Ma così non è stato e per questo, come si dice in casi simili, la Segreteria dell'ANPI Provinciale di Firenze ha preso carta e penna e ha scritto un comunicato al Sindaco di Firenze, Dario Nardella, così intitolato: "Incomprensibile e grave, signor Sindaco, non dare la parola all'ANPI nella ricorrenza della Liberazione".
Questo è il testo del comunicato:
Signor Sindaco, per la prima volta nelle ricorrenze della giornata della liberazione di Firenze dall'occupazione tedesca, nessun rappresentante dell'ANPI, erede dei partigiani che combatterono per la cacciata dell'esercito nemico, lasciando sul terreno, secondo le cronache, 205 morti e 435 feriti, è stato invitato a prendere la parola in ricordo di quella giornata, che meritò alla città la prima medaglia d'oro della storia repubblicana da parte del capo del Governo Ferruccio Parri.
Riteniamo incomprensibile e grave tale scelta, in primo luogo verso le partigiane ed i partigiani che hanno combattuto per la città di Firenze. Ricordiamo che, come stabilito da una recente sentenza del Tribunale Militare di Verona l'ANPI “è storicamente l'erede, in forma statutariamente riconosciuta, di tutti quei gruppi e formazioni che dal 1942-'43 in avanti hanno costituito centro di riferimento collettivo di grandissima parte della popolazione italiana, che animata dal medesimo sentimento di restituire al Paese libertà e democrazia, ha agito nelle più avanzate forme, anche non necessariamente armate. Di quei gruppi e formazioni l'Associazione è l'erede spirituale, stante l'identità dei fini”.
Vogliamo comunque credere che si sia trattato solo di uno sfortunato episodio ed auspichiamo che i rapporti tra l'ANPI e l'Amministrazione Comunale possano rimanere all'interno del buon clima collaborativo su cui reciprocamente abbiamo sempre contato.
Naturalmente, tutto questo ha scatenato il dibattito politico con le forze di opposizione che hanno accusato Nardella di aver voluto fare un gesto di ritorsione contro l'ANPI dopo che qualche mese il suo presidente nazionale, Carlo Smuraglia, comunicò che l'Associazione si sarebbe schierata contro la riforma costituzionale voluta dal Governo Renzi.
Al comunicato dell'ANPI ha risposto non il sindaco, a causa di problemi familiari, ma la vicesindaca Cristina Giachi che ha rilasciato la seguente dichiarazione, dopo aver premesso che il Comune non dimentica il supporto dei partigiani alla liberazione della città:
Quest'anno il clima geopolitico mondiale e i recenti accadimenti terroristici che hanno funestato il continente hanno suggerito al sindaco di affrontare questi temi, e quelli della libertà religiosa e della convivenza civile tra popoli, collegandoli alla Liberazione della città e invitando a tenere una relazione i rappresentanti delle tre religioni monoteiste. E inoltre non per caso è stata scelta proprio la giornata dell'11 agosto per conferire alla memoria del partigiano Giorgio Pacini il Fiorino d'oro, massima onorificenza cittadina. Ci è sembrato il modo migliore per onorare un partigiano e con lui tutta la lotta partigiana di liberazione. Nessuna dimenticanza e nessuna volontà di escludere ma come sempre e per sempre la massima stima, collaborazione e fiducia in una associazione che esprime l'essenza della nostra identità di Paese libero che ripudia la guerra.
Ovviamente, non ci si poteva attendere che l'amministrazione PD del comune di Firenze rispondesse dicendo che in ossequio alle direttive ricevute da sua Eccellenza, il dottor Matteo Renzi, come sacrosanto gesto di ritorsione al mancato supporto dell'ANPI alla campagna del Sì al referendum confermativo della riforma costituzionale, quest'anno, alla commemorazione dell'11 agosto, l'Associazione dei Partigiani non avrebbe dovuto avere parola.
Ovviamente, non ci si poteva attendere... ma, logicamente, si può pensarlo eccome!