La Carmen di Jiří Bubeníček è tornato in scena al Teatro dell’Opera di Roma (dal 26 gennaio ore 19, repliche fino al 31 gennaio) dopo il debutto assoluto di sei anni fa al Costanzi: ospite d’eccezione Javier Rojas, che interpreta Don José, accanto alla bravissima etoile Rebecca Bianchi, nel ruolo di Carmen. Una interpretazione davvero impeccabile per i due ballerini, così come quella di tutto il corpo di ballo. Molto belle anche le scenografie e i costumi. Si tratta di un approccio narrativo che mette in scena una storia molto ricca, anche attraverso flashback e flashforward, coadiuvato dalle scene e le luci di Gianni Carluccio che porta in scena il meraviglioso cavallo ispirato alle marionette di Praga, e dai costumi firmati da Anna Biagiotti, che immagina una Carmen vestita con toni colorati alternando alle ampie gonne anche i pantaloni che si ispirano ai costumi del Marocco di fine Ottocento.
Carmen è una donna dallo spirito libero e coraggiosa che segue inesorabilmente il suo destino. Il triangolo amoroso tra lei, Escamillo e Don José si risolve nel peggiore dei modi: la morte. Il personaggio della novella è una donna libera, la cui spregiudicatezza non significa necessariamente dissolutezza, come viene spesso invece interpretato da una cultura di matrice moralista e cattolica. Carmen è una zingara ed in quanto appartenente all’etnia rom è una donna fedele al suo popolo e al suo uomo; si prende gioco dei potenti e dei perbenisti ridicolizzandoli ed è perfetta nella sua logica inattaccabile. La Carmen della novella è una figura modernissima: pensa come un uomo separando il sesso dall’amore, giocando col primo, ma tenendo ben riposto nel suo cuore il secondo.
La Carmen è stata rappresentata in diverse versioni nell’ambito coreutico dall’interpretazione di Roland Petit del 1949 a quella più contemporanea di Mats Ek. Un’opera in cui il tarlo della gelosia e il tradimento sono i veri protagonisti, lasciando in disparte il delicato sentimento dell’amore. Così la passione diventa desiderio, il desiderio gelosia e quest’ultima il pugnale che mette fine ad una vita. E in un attimo la storia di Carmen sembra subito una notizia di cronaca nera del XXI secolo ascoltata distrattamente alla tv.
Ma la versione più conosciuta e passata alla storia della danza è quella di Roland Petit. Il coreografo creò una sua versione coreografica di Carmen per la compagnia Les Ballets de Paris. Il balletto debuttò il 21 febbraio 1949 al Prince’s Theatre di Londra con costumi e scene realizzate dal pittore Antoni Clavé. Le musiche di Georges Bizet vennero arrangiate e orchestrate da Tommy Desserre. Una sensuale Zizi Jeanmaire (poi moglie di Petit) interpretava Carmen, mentre Roland Petit e Serge Perrault erano rispettivamente Don Josè ed Escamillo. Nel balletto le vicende si susseguivano in cinque quadri che andavano dalla conquista di Don Josè da parte di Carmen alla gelosia dello stesso per il torero, fino alla morte di Carmen che avviene durante un duello tra i due uomini.