Elio Vito lascia Forza Italia... e il Parlamento
Elio Vito, forzista della prima ora (o quasi) e da sempre fiero sostenitore di Berlusconi e del berlusconismo, lascia Forza Italia e, contemporaneamente, presenta a Roberto Fico, presidente della Camera, le dimissioni da parlamentare. Va bene che manca meno di un anno, nel caso i tempi della legislatura vengano rispettati, alle prossime politiche, ma in ogni modo il gesto va comunque apprezzato, visto che rinuncia comunque ad oltre centomila euro.
Il perché della sua scelta? Lo ha spiegato tramite il suo account social.
Forza Italia in questi mesi ha messo in atto e promosso la pratica deteriore del trasformismo, alimentando cambi di partito e di gruppo non motivati da ragioni ideali, valoriali, politiche ma da meri interessi personali, elettorali, di voti, di preferenze.Forza Italia ha perso la sua natura di movimento leaderistico, liberale e democratico. La sua classe dirigente si è chiusa in una gestione accentrata ed esclusiva del potere e le voci critiche sono state messe al bando, silenziate ed escluse dagli strumenti di comunicazione.Già in occasione del voto di Forza Italia al Senato che determinò il non passaggio all'esame degli articoli del ddl Zan, e del vergognoso applauso che lo accompagnò, lasciai i miei incarichi di partito.Successivamente ho sperato, ho cercato, ho creduto che fosse ancora possibile una fase di confronto e discussione, un cambiamento all'interno del partito. Sono accadute, invece, due altre cose molto gravi che mi rendono impossibile continuare a militare in Forza Italia.La prima riguarda le affermazioni di Berlusconi sull'aggressione russa dell'Ucraina che se da una parte sono state formalmente di condanna, dall'altra sono state elogiative di Putin, critiche verso le leadership occidentali e di comprensione verso presunte ragioni della Russia.Da ultimo, l'apparentamento a Lucca con formazioni estremistiche di destra. L'antifascismo è un valore costitutivo la Repubblica rispetto al quale non vi può essere alcuna deroga, soprattutto in questo momento storico, quando sono tornati gravi episodi di violenza squadrista.Per far riavere fiducia nella politica, serve una buona politica, onesta, trasparente, leale incentrata su un confronto non ideologico, non animato da odio, da pregiudizi ma dal rispetto, dalla volontà di risolvere i problemi, di realizzare i diritti civili e sociali.Serve una politica che si divide su proposte di soluzione ai problemi ma si riconosce in valori comuni di libertà, democrazia, laicità, di appartenenza alle Istituzioni internazionali dell'Onu, della NATO, dell'Unione europea. Che si riconosca nella Costituzione antifascista.Ho questa lettera di dimissioni per rendere pubbliche le mie ragioni. Non ho la potenza di giornali e televisioni, potenza che non dubito continuerà ad essere usata. Ma resta e resterà la libertà, l'orgoglio, la dignità di avere servito il mio Paese e di avere difeso le mie idee.Mi auguro che questa decisione possa contribuire ad aiutare le giovani ed i giovani del nostro Paese a ritrovare il senso della fiducia nelle Istituzioni, nel Parlamento e più in generale nella politica.
Naturalmente, i malpensanti come il sottoscritto avranno già subito etichettato tale scelta come ulteriore conferma della nascita di un terzo polo centrista guidato dal sindaco di Milano Sala e supportato dagli sponsor di Renzi.
Con questa mossa, Vito si è smarcato dagli estremisti di destra con largo anticipo. Ha trovato motivazioni credibili per farlo e sarà inattaccabile da chiunque lo voglia definire un opportunista voltagabbana. In autunno lo troveremo tra coloro che faranno parte dei vertici di Italia C'è, questo dovrebbe essere il nome del nuovo partito, e tra un anno sarà di nuovo in Parlamento, sicuro di un seggio che Forza Italia, probabilmente, non gli avrebbe garantito.
In compenso, perlomeno, ha comunque scritto delle cose sensate e condivisibili. Di questi tempi è già qualcosa.