Di seguito alcuni passaggi del discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenuto questo venerdì alla Conferenza ministeriale “Incontri con l'Africa”. 

[ ... ] Il baricentro politico ed economico sembra progressivamente spostarsi dall'Atlantico al Pacifico ed Europa e Africa devono interrogarsi sul proprio futuro e su quale ruolo esse siano chiamate a svolgere.

L'Unione Europea ha avviato una riflessione sugli obiettivi che intende darsi e su cosa occorra per tutelarli, per raggiungere cioè una vera autonomia strategica.

Maggiore responsabilità non significa isolamento. Al contrario, l'Europa ambisce ad essere pietra angolare di un multilateralismo veramente efficace, fondato su valori e su principi universali - stato di diritto, libertà, democrazia ed equità - che offra soluzioni condivise a problemi che non possono essere affrontati da singoli Paesi, pena la irrilevanza delle risposte. [ ... ]

L'Africa, che ospita il 17% della popolazione mondiale, ha ricevuto soltanto il 2% della produzione mondiale di vaccini. Vi è quindi, prima di ogni altra cosa, un problema di equa distribuzione che va risolto presto ed efficacemente. L'Unione Europea, decidendo di condividere 450 milioni di dosi a beneficio dei Paesi che hanno avuto scarso accesso ai vaccini, ha compiuto un passo nella giusta direzione. Ma la vera risposta sta nel favorire lo sviluppo di un'industria farmaceutica africana, che consenta di mettere a valore le capacità di innovazione e l'esperienza dei ricercatori locali. In questo senso va l'iniziativa europea, pienamente sostenuta dall'Italia, di investire un miliardo di euro per stimolare la produzione di vaccini nel continente africano.

Nessuno potrà dire di essere fuori dalla pandemia sino a quando non ne saremo tutti fuori. E questo vale particolarmente per due continenti così vicini e così legati come Africa ed Europa, così prossimi da costituire un'unica regione, unita piuttosto che separata dal Mediterraneo.

Un secondo tema è la necessità di lotta senza quartiere al terrorismo e a tutti i fondamentalismi, che continuano a rappresentare una minaccia per i nostri continenti, per i nostri valori, per i nostri popoli.  [ ... ]

Dal Sahel alla regione dei Grandi Laghi, dalla Somalia al Mozambico, milioni di donne e uomini sono oppressi da formazioni terroristiche. Migliaia di militari e civili, nelle numerose missioni dell'Unione Africana e delle varie Organizzazioni regionali cercano di opporsi.

L'Europa e l'Italia continueranno a restare al fianco dei Paesi più esposti alla minaccia fondamentalista.

E senza dubbio non vi è sfida più grande e impegnativa, per l'umanità, del cambiamento climatico. Si tratta di una drammatica realtà, di cui i popoli dell'Africa hanno esperienza diretta già da decenni.

Come ha recentemente ricordato Vanessa Nakate a Milano, nonostante l'intero continente sia responsabile di appena il 3% delle emissioni globali, si trova ad essere vittima di una percentuale ben più consistente delle conseguenze avverse dei cambiamenti climatici: dalla desertificazione ad apocalittiche inondazioni, alla allarmante riduzione del terreno coltivabile, con le gravi conseguenze sull'alimentazione.

Nel contrasto ai cambiamenti climatici non è più tempo di ambiguità e di distinguo. Occorre agire subito per non pregiudicare definitivamente qualità di vita e sopravvivenza delle future generazioni.  [ ... ]

L'Africa detiene chiavi essenziali per il successo delle strategie di de-carbonizzazione del pianeta: dal possibile sfruttamento del Sahara e delle altre aree desertiche per la produzione di energia rinnovabile, alla preservazione di quello che lo storico e geografo Joseph Ki-Zerbo ha chiamato con termine evocativo il “deserto verde” della foresta africana, prezioso patrimonio per l'intera umanità. La produzione di energia pulita e la sua efficace distribuzione sono fondamentali per lo sviluppo dell'Africa.

La transizione energetica, con la sua enfasi sulle energie rinnovabili e sull'economia circolare, apre nuovi e promettenti orizzonti di collaborazione per i nostri continenti.

Dai grandi progetti per l'utilizzo dell'energia solare ed eolica, all'agricoltura 4.0, fino alla produzione di idrogeno verde, le potenzialità per la cooperazione fra Africa e Europa sono numerose e tutte altamente promettenti.

A queste si aggiunge l'ampia disponibilità di terre rare e di altre risorse strategiche necessarie per realizzare batterie e microchip, che rappresentano ciò che all'inizio del secolo scorso erano il carbone e l'acciaio. E se l'Europa ha compiuto grandi e gravi errori nel considerare l'Africa come mera fonte di risorse, oggi è finalmente la stagione di una leale cooperazione, nella quale i problemi principali toccano tutti, e le soluzioni hanno bisogno del contributo di ciascuno.

Il continente africano rappresenta il partner naturale per l'Unione Europea: l'altra faccia di una stessa medaglia. Abbiamo bisogno gli uni degli altri. Non comprenderlo adesso ci porterebbe a constatare, fra qualche anno, di essere stati silenziosamente, ma inesorabilmente, relegati alla periferia del pianeta.

Al contrario, africani ed europei, insieme, possono fare dei due continenti una vasta e integrata regione, stabile politicamente, dinamica economicamente e vibrante culturalmente.

Una regione dove in totale vivono oltre un miliardo e mezzo di persone che producono un Prodotto Interno Lordo pari a quindicimila miliardi di Euro.

Un'area al centro delle dinamiche globali.

Nel ventennale della scomparsa di un grande Padre dell'Africa, Léopold Sédar Senghor, risuona l'attualità della sua evocazione profetica di un gemellaggio spirituale dei due continenti.

Africa ed Europa, con le loro rispettive esperienze, storicamente uniche, di integrazione continentale, sono chiamate a farsi promotrici di un rinnovato multilateralismo, forti di un condiviso “umanesimo”, con al centro dell'azione politica, a livello nazionale e internazionale, l'uomo e la sua aspirazione a vivere con dignità in società più eque, più inclusive, più sostenibili.  [ ... ]

L'Agenda 2063 dell'Unione Africana pone grande enfasi sui cambiamenti climatici e sulla transizione ecologica, tematiche che sono parimenti al centro del “Green New Deal” europeo.

Il Summit fra Unione Africana e Unione Europea che si terrà il prossimo anno deve rappresentare l'occasione per tracciare un sentiero comune, da percorrere assieme, per permettere al partenariato euro-africano di compiere un vero e proprio salto di qualità e per costruire in prospettiva una regione economicamente integrata nel segno della “green economy”.

In Africa come in Europa la sfida non è soltanto legata alla tutela dell'ambiente, ma riguarda anche i sistemi economici e le società nel loro complesso.

Non esistono soluzioni prefabbricate, non esistono modelli cui fare riferimento, ma appunto questo offre la circostanza, forse unica nella storia, di lavorare a una visione elaborata insieme.

Non possiamo perdere questa opportunità! [ ... ]

Un modello di crescita endogeno e integrato, rispettoso dell'ambiente e delle persone, rappresenta la migliore risposta a incontrollati e spesso rovinosi fenomeni migratori che, se nell'immediato possono apparire tormentati e fragili rimedi nei confronti di una pressione demografica in crescita impetuosa e offrono, con le rimesse di emigranti, un contributo finanziario ai Paesi d'origine, nel lungo periodo privano questi di loro importanti energie, finendo per incidere negativamente sulle loro possibilità di sviluppo.

Anche in tale ambito Europa e Africa sono chiamate a fare di più, nel segno di una collaborazione aperta, efficace, sincera, laddove le posizioni siano distanti, ma sempre rispettosa e costruttiva.

Il fenomeno migratorio deve essere governato a vantaggio di tutti. Diversamente ne saranno travolti, insieme, le ragioni dell'umanità e gli ordinamenti statali.

Perché il tempo dell'Africa è adesso.

Ed è interesse comune che il continente possa riprendere convintamente il cammino della crescita, avvalendosi delle straordinarie energie dei giovani africani, della loro capacità di creare innovazione e valore.

L'Italia, anche nel quadro della sua appartenenza all'Unione Europea e alle alleanze internazionali di cui è parte, intende continuare a lavorare con i partner africani per costruire congiuntamente un orizzonte di pace, sviluppo e benessere.

Il rafforzamento della nostra rete diplomatica, con l'apertura di nuove Sedi in diverse capitali africane, testimonia la determinazione a consolidare un partenariato di lungo periodo per affrontare insieme i temi della sicurezza, dello sviluppo sostenibile, di una gestione più efficace del fenomeno migratorio e della promozione dei valori di libertà, di partecipazione e del dialogo tra i popoli, quali antidoti ai conflitti, alla radicalizzazione e all'instabilità.