Si prevedono tempi durissimi per i consumatori assidui di succo d'arancia.
A causa dei cambiamenti climatici (soprattutto i periodi di siccità e il passaggio degli uragani) e dell'incidenza più forte di batteri killer, le coltivazioni di arance da succo sono crollate in USA, Brasile e Messico, i paesi leader del mercato.
Il Brasile è il primo paese esportatore al mondo di arance per succhi. Il paese sudamericano ha una quota di mercato del 75%. Quest’anno si prevede un dimezzamento della produzione, che arriverà a poco oltre i 300 milioni di casse.
La cosa allarmante riguarda il crollo delle scorte. Nel 2022 ammontano a 434.000 tonnellate, il livello più basso di sempre.
Tutto questo spingerà al rialzo i prezzi. L’associazione francese Unijus ha rilevato che una tonnellata di succo è salita da 2.600 a 3.400 euro, perché gran parte del raccolto brasiliano viene ora dirottato verso gli Usa, e quindi cala l’offerta per l’Europa, alla quale tradizionalmente era destinata la fetta più grande della produzione sudamericana.